mercoledì 16 novembre 2016

I Livelli di…Negoziazione per la Domanda Pubblica Digitalizzata: un Affare di Legal BIM

Rubrica a cura di Angelo Luigi Camillo Ciribini

bimLevel of Definition e Level of Development, espressioni entrambe definite con l’acronimo LOD, rappresentano una delle tematiche più interessanti relative alla Modellazione e alla Gestione Informativa.
Il che si spiega con l’esigenza di andare oltre i contenuti tradizionali che i diversi Attori abitualmente trattano nelle diverse Fasi del Processo attraverso la produzione di Documenti, perché la Digitalizzazione, in definitiva, non è altro che acquisire il Governo del Dato una volta che quest’ultimo si sia affrancato dal suo Supporto.
Ne sono chiara testimonianza le Data Analytics utilizzate per visualizzare l’uso di applicativi informatici inerenti al tema della Gestione Informativa, intese al fine di comprendere, all’interno di un quadro contrattuale, il Comportamento delle diverse Entità in gioco e le Relazioni che tra esse intercorrono.
Del resto, mentre alcuni applicativi informatici servono a verificare la Qualità del Modello Informativo (dunque: la conformità dello stesso alle specifiche richieste del Committente/Richiedente), altri servono, appunto, a inferire, dal modo in cui esso è generato, la Qualità della Modellazione.
Recentemente, peraltro, alcune approfondite analisi comparate, condotte, in particolare, da Marzia Bolpagni hanno messo bene in evidenza la eterogeneità delle definizioni proposte in vari contesti relativamente alle Metriche che dovrebbero sovrintendere alla Valutazione dello Stato di Avanzamento delle Attività (di vario genere: dalla Committenza alla Demolizione) connesse alla Modellazione Informativa e alla sua Gestione.
Al di là delle controversie lessicali e contenutistiche inerenti a termini come (Livello di) Definizione, Dettaglio, Informazione e Sviluppo, ciò che appare evidente è la necessità di passare da una Scala Discreta a una Scala Continua, in concomitanza con la progressiva scomparsa della nozione di Elaborato.
Sotto un profilo contrattuale, pertanto, la accezione di Elaborato non è trascurabile, in quanto su di esso si misura, ad esempio, lo stato di avanzamento (documentale) della Progettazione e, soprattutto, su di esso si basa la definizione dei contenuti dei Livelli di Progettazione (sfortunatamente ancora disgiunti da quelli di Modellazione).
Per prima cosa, è chiaro come la determinazione, contrattuale, del Grado di Progressione di un Modello Informativo sia sorta, negli Stati Uniti, anzitutto, sul piano geometrico-dimensionale e si sia evoluta secondo il principio della comparazione: come sarà evidente anche nel caso della normativa nazionale UNI.
Ciò ha reso, a lungo, da un lato, la Metrica riduzionista, in quanto distante dalla tematica alfanumerica, certamente la più rilevante nell’ambito della Digitalizzazione, mentre, da un altro lato, il criterio comparativo negava, in parte, la natura computazionale della stessa.
Il Metodo Comparativo, infatti, può ben funzionare in termini manualistici, ma è certamente carente in termini valutativi.
Questa ultima riflessione evoca, peraltro, indirettamente la questione dello Smart Contract e dello Blockchained Payment, uno dei temi destinati a emergere con prepotenza in avvenire, proprio perché in esso sono insite due tematiche:
1) l’accertamento del risultato;
2) la certezza del pagamento.
Quale che sia la vicenda, il principale interrogativo che l’avvento della Modellazione e della Gestione Informativa solleva, in materia negoziale, è dato dalla influenza (sradicante) che esso possa esercitare sui quadri contrattuali esistenti e consolidati, secondo un eventuale passaggio dalla Transazionalità alla Relazionalità.
Le stesse Finalità, contrattualizzate, relative al Modello Informativo, alla sua Configurazione, molto dicono della incidenza «negativa» che il concetto di Contro-Parte possa avere nel pregiudicarne un Uso estensivo, perché la Finalizzazione deriva da un preciso punto di osservazione: appunto, negoziale.
Detto in parole povere: se il Modello Informativo non può che «rappresentare» una Intenzione, supportata da Rule Set per la Verifica di Conformità, essa, in un contesto contrattuale antagonistico, non potrà che essere orientata da una Parte in Causa, difficilmente utilizzabile, in quanto tale, dalle altre.
In territorio anglofono, la parola Alliancing appare eloquente, in argomento, persino più dell’espressione Early Contractor’s Involvement.
Se, infatti, la Tutela della Proprietà Intellettuale, la Proprietà del Modello Informativo, la Sicurezza e la Validazione del Dato, risultano figurare tra le questioni più ricorrenti, non si può, però, trascurare il fatto che le locuzioni «Collaborazione» e «Integrazione» destino le maggiori inquietudini.
Al momento, nel corso della Prima Fase del Processo di Digitalizzazione, le risposte unanimi giunte dai Paesi Europei (Francia, Regno Unito, Germania) e dagli Stati Uniti hanno teso a minimizzarne il potenziale, per così dire, eversivo: proponendo, non a caso, quasi sempre semplici Addendum agli schemi contrattuali adottati e noti, in luogo della redazione di veri e propri schemi contrattuali inediti e specifici.
È chiaro, però, che l’atteggiamento è destinato inesorabilmente a mutare in considerazione di due fattori:
1) il ruolo determinante della Domanda, Pubblica o Privata;
2) il ruolo, altrettanto decisivo, del Ciclo di Vita e della Total Expenditure.
Nel primo caso, ciò che si definisce Employer’s Information Requirements ovvero Capitolato Informativo, conferisce al Committente il potere/dovere di impostare, in un ambito che è computazionale (quindi, in teoria, simmetricamente tracciabile e riproducibile), i termini della transazione, dato che i diversi BIM Execution Plan ovvero Piani di Gestione Informativa, costituiscono oggetto della valutazione delle offerte e di sottoscrizione del contratto.
È palese, dunque, che difficilmente si possa considerare neutrale la possibilità, per il committente, di fornire un Modello Informativo (o meglio, un Modello Computazionale) della Condizione di Ingresso, uno Space Programme, dei Rule Set per il Code e per il Model Checking.
Con la Digitalizzazione, insomma, il Committente richiede con più forza, in maniera più esplicita, secondo lo sguardo lungo del Ciclo di Vita.
Se anche si ritenesse, discutibilmente, inamovibile il Principio della Distinzione (che si traduce nei Servizi di Progettazione separati dalla Sola Esecuzione) si dovrebbe, altresì, ammettere, come sostiene il CRESME, che questa categoria contrassegna una parte minoritaria del mercato dei lavori pubblici.
La ragione per cui questo avviene, parimenti, si deve addebitare al secondo punto, vale a dire alla pervasività del Ciclo di Vita negli schemi contrattuali, specie in quelli di natura partenariale.
Se, pertanto, è difficile determinare se sia la Digitalizzazione (e nella fattispecie la Modellazione e la Gestione Informativa) a influire sulla diffusione delle forme partenariali o viceversa, non si può, comunque, negare che la logica collaborativa e integrata sia maggiormente funzionale a quadri contrattuali che accentrano, che centralizzano, il punto di interlocuzione e di decisione, cifra caratteristica del Programme & Project Management.
In ogni modo, come ben evidenziato, ad esempio, nello NBS BIM Toolkit, nella dialettica tra Capitolato Informativo e Piano di Gestione Informativa si gioca l’Allocazione Analitica delle Responsabilità che, contrattualmente, si riflette immediatamente sulla Analisi e sulla Risoluzione dei Conflitti.
Si badi bene, peraltro, che l’Allocazione di Responsabilità, oltre a essere elementare (inerente a ciascun Oggetto) è tipologica (pertinente alla componente alfanumerica o geometrico-dimensionale), con la opzione di rendere differenziali le Progressioni: che siano esse descrittive o decisionali.
Sotto il profilo strettamente negoziale, d’altronde, la Matrice Analitica di Allocazione delle Responsabilità per Oggetti, che include anche il Committente, dato che esso, per primo, fornisce il Modello Informativo di Ingresso – anche in assenza del Costruito – evoca una ulteriore questione di grande sensibilità.
In effetti, la concezione del Capitolato Informativo, vale a dire dei Requisiti Informativi di Committenza, ha assunto immediatamente una natura estensiva, tale per cui la preoccupazione maggiore del Committente diviene il corretto Flusso delle Informazioni (dello scambio di Richiesta e di Offerta dei Dati) lungo la Catena di Fornitura.
Epperò, implicitamente, tutto questo indurrebbe a introdurre nei Livelli di Sub Fornitura e di Sub Appalto, condizioni inedite di Simmetria Informativa, poco accette a chi abitualmente si colloca in posizione negoziale superiore.
Non per nulla, un tale approccio ha dimostrato di funzionare solo laddove il Building Information Management sia stato accostato al Lean Management.
In un certo senso, la Condivisione del Modello Informativo, ancorché condizionata dai diritti di accesso e di modificabilità, compie il doppio passo della Integrazione/Aggregazione e della Simmetria/Partecipazione. E lo fa proprio a partire dai Livelli di … delle Entità.
Questo aspetto è di grande interesse, poiché dimostra come le implicazioni contrattuali che inseriscono alla Modellazione e alla Gestione Informativa possano trascendere le clausole contrattuali esplicite, talvolta al di là della intenzione originale degli promotori, o, almeno, comportino una revisione, ovvero una riconfigurazione, tanto dei modi della Transazione Principale quanto di quelli delle Transazioni Secondarie.
Questo iter, di conseguenza, riconduce alla Progressione su Scala Continua della Modellazione e della Gestione Informativa, oltre la Interoperabilità, verso la Interconnessione.
Il che, e qui si giunge al punto cruciale, spiega perché la Scala del Continuo, a partire, ad esempio, dal Modello Informativo accuratissimo dello Stato Geometrico e Alfanumerico di un Bene Culturale e Immobiliare, per giungere alla sua versione «finalmente dinamica» della Conservazione Programmata, in qualche maniera, annienta, o almeno svilisce la Differenza tra le Fasi Temporali e, di conseguenza, tra gli Specialismi.
Oltre che invertire la direzione dei Flussi Informativi: dapprima, progettualmente, dal Modello Informativo al Manufatto, in seguito, gestionalmente, dal Cespite al Modello.
Qualunque sia il tipo di Intervento, a un certo momento del Processo, tra il completamento dello stesso e l’avvio del funzionamento, i Flussi cambiano direzione: i Valori prescritti e previsti attribuiti a ciascun Oggetto del Modello Informativo (del Doppio Digitale dell’Originale Analogico: Cyberfisicità?) sono confermati e smentiti, sulla Scala del Continuo, dai Valori acquisiti grazie ai Sensori (legati al Cespite come agli Occupanti/Utenti).
Si tratta di una Inversione che racconta di forme contrattuali Performance-Based in cui l’Oggetto (del Modello come del Contratto) è, appunto, soggetto alla Metrica del Continuo nel corso degli anni di Esecuzione del Negozio.
La Scala del Continuo, infatti, allontana gli Attori dal Documento e li avvicina al Dato: ma se così è, allora non ha più senso «trarre gli elaborati» da esso, in quanto la Essenza del Dato, la sua Validità, la sua Progressione, travalicano contrattualmente, prima di tutto in termini di Autorialità, le Discretizzazioni consuete, quelle, appunto, dei Saperi Disciplinari e delle Scansioni Temporali.
La Interoperabilità cede il passo alla Interconnessione: si entra in un Brave New World.

 



Fonte: https://greenhubblog.com/2016/11/08/i-livelli-di-negoziazione-per-la-domanda-pubblica-digitalizzata-un-affare-di-legal-bim/

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