mercoledì 8 febbraio 2017

NoLo: il nuovo quartiere di Milano tra socialità, integrazione e sostenibilità

di Alessandro Isella

A photo by Clem Onojeghuo. unsplash.com/photos/bq-1seg1cPI

Per decenni il grande quartiere di Milano che si sviluppa tra viale Monza e viale Padova è stato associato a criminalità e degrado. La situazione, tuttavia, sta per cambiare: l’intera zona che si estende a nord di piazzale Loreto, già rinominata NoLo (North of Loreto), sta vivendo negli ultimi mesi un intenso risveglio culturale e sociale, dovuto principalmente all’arrivo in quartiere di giovani creativi con le loro gallerie d’arte, i centri culturali, gli studi di architetti e gli spazi di coworking. Il processo di cambiamento è molto lungo ed è appena iniziato. Il quartiere sta vivendo una terza ondata di immigrazione: dopo gli operai provenienti dal Sud Italia e gli extracomunitari, che sono raddoppiati negli ultimi anni e che oggi costituiscono il 33% della popolazione della zona, stanno arrivando giovani designer, architetti, artisti, producer, fotografi, portandosi dietro le proprie tendenze, le proprie idee e la propria cultura.

Questi soggetti sono arrivati nel quartiere attratti dai prezzi bassi degli affitti e si sono subito integrati con la vita e gli abitanti della zona. I locali e le attività dei nuovi arrivati sono stati aperti vicino e nel rispetto delle numerose comunità di sudamericani, cinesi e musulmani presenti nel quartiere. L’alto grado di tolleranza e integrazione delle nuove generazioni potrebbe contribuire non poco a migliorare la difficile situazione di alcune vie, in particolare via Padova, finora conosciuta come via dello spaccio, delle gang, della prostituzione, il “Bronx” milanese.

Molte testate giornalistiche si sono interessate al “fenomeno NoLo”, la “Brooklyn dei creativi”, contribuendo innanzitutto a pubblicizzare il fenomeno, ma anche a diffondere la consapevolezza che interi quartieri possono essere riqualificati e rinnovati; tanto che sul modello NoLo stanno già nascendo nuove iniziative, come SoS (South of Sesto) o SoCi (South of Cinisello), situate anch’esse nell’esteso Nord della città. L’attenzione mediatica al fenomeno, però, ha permesso soprattutto di raccogliere le testimonianze dei nuovi e dei vecchi abitanti del quartiere. Il Corriere della Sera ha intervistato la campus manager di Talent Garden, un grande spazio di Coworking nato nel 2012.  Chiara Brughera ha affermato: «Sicuramente c’è una crescita della zona e anche più spirito di comunità, che da virtuale, grazie ai social, diventa reale. Io sono iscritta al gruppo Facebook NoLo Social District, una vetrina per raccontare le novità, le insegne che aprono, gli eventi». Anche molti vecchi abitanti del quartiere hanno accolto positivamente il rinnovamento della zona, che potrebbe spazzare via la criminalità ormai diffusa da troppi anni tra le vie del quartiere. Altri, invece, temono un progressivo aumento dei prezzi fino a un effetto bolla che in definitiva peggiorerà la situazione economica della zona.

Oltre alle tantissime curiosità sociologiche e culturali del quartiere, è interessante analizzare anche l’aspetto legato all’evoluzione sostenibile che potrebbe avere l’intero territorio. Il nuovo tessuto sociale che andrà a popolare il quartiere, infatti, ha un’elevata cultura in tema di sostenibilità ambientale, nuove tendenze dell’abitare e risparmio energetico. Generalmente i quartieri innovativi dal punto di vista energetico-ambientale sono frutto di politiche governative strutturate ad hoc, pensate per costituire nuovi quartieri smart o riqualificare aree dismesse, che possano rivitalizzare il mercato immobiliare cittadino. In questo caso, al contrario, potremmo assistere ad una sorta di rivoluzione green che parte “dal basso”, cioè dagli stessi cittadini che andranno a beneficiare della riqualificazione del proprio quartiere.



Fonte: https://greenhubblog.com/2017/01/20/nolo-il-nuovo-quartiere-di-milano-tra-socialita-integrazione-e-sostenibilita/

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