giovedì 9 febbraio 2017

Come faranno i giovani a cambiare il mondo se non fanno politica?

zUna coscienza sociale molto forte del tutto scollata da una politica. Dunque dalla sua più naturale messa in pratica. E questo è il primo, enorme punto interrogativo sul futuro della Generazione Z. Chiamatela anche iGen o Post-Millennial, poco importa. Quel che importa per i 20mila ragazzi fra i 15 e i 18 anni coinvolti nella pachidermica indagine di Populus per la Varkey Foundation – ma la generazione raccoglierebbe in realtà i nati a partire almeno dal 1995 – è che non ci sono progetti complessivi né grandi disegni.

Tuttavia c’è da rasserenarsi almeno un po’. L’appello di Kate Robertson, una delle fondatrici dell’associazione One Young World – che su Newsweek chiede a quelli che saranno i leader del domani di essere appassionati ma di lasciare indietro l’odio e la rabbia – sembra poter essere accolto: i giovani finiti sotto la lente della grande indagine sembrano quantomeno solidi in una serie di valori che fanno tirare un sospiro di sollievo. Pur con qualche grosso grattacapo.

Con enormi differenze culturali, ovviamente, ma in fondo una linea li unisce: quella dei diritti civili, della parità fra uomo e donna, delle opinioni in favore del matrimonio omosessuale e dell’aborto. Qualche percentuale parla chiaro: il 63% è d’accordo con le unioni dello stesso sesso, l’89% per le pari opportunità e uguali diritti per le persone transessuali (74%), spesso anche contro le leggi dei propri Paesi. Per due terzi l’aborto sicuro dev’essere legale.

Questo il primo punto, insomma, a cui si lega però anche una prima, inattesa ferita. Quella – rischiosissima – sulla libertà d’espressione. Il terrorismo di matrice religiosa – che li spaventa all’83%, al vertice dei loro timori – deve aver evidentemente confuso le acque sul massimo principio delle società democratiche perché solo la metà dei teenager intervistati crede che si debba difendere la libertà di parola anche quando arrechi offesa a una religione (56%) o a una minoranza (49%). Evidentemente i giovani non sono tutti Charlie, nonostante non siano credenti: appena il 42% considera la fede un tassello importante della propria vita, addirittura per il 39% non ha alcun significato. Anche se in Africa il quadro cambia e dai dati precedenti, relativi a Europa e Americhe, si sale al 77%.

Non si capisce tuttavia come faranno a mettere in pratica questi valori – da cui manca, incredibilmente, l’ambientalismo: solo il 66% è in ansia per i cambiamenti climatici, troppo poco – se l’ispirazione e la guida politica non hanno alcun peso nella loro vita. Fra gli influencer personali mettono infatti la famiglia (89%) e gli insegnanti (70%). In misura minore i personaggi celebri (30%). La fede è al 53%, i libri al 54%, gli amici ovviamente molto in alto, al 78%. Appena il 17% dice di essersi in qualche modo formato grazie alla politica e di individuarla come proprio faro d’azione. Un male. Perché la politica è anche e soprattutto esercizio del fare collettivo: se non lo si pratica, e anzi lo si evita con impegno, anche le migliori intenzioni rischieranno di non trovare spazio nel futuro che ci aspetta. E che sarà in mano a questa generazione già fra qualche anno.

Il terzo punto chiaro dell’indagine, svolta per la non profit internazionale che assegna anche il Global Teacher Prize, è l’altruismo. Sembrerebbero in fondo tanto diversi da come li si dipinge di solito, questi ragazzi del mondo. Il 67% ritiene per esempio che sia importante farsi sentire nella società in modo profondo, oltre il proprio benessere e quello della propria famiglia dove pure trovano grande soddisfazione (l’89% in un lavoro o in uno studio appagante, il 91% in un buon rapporto con gli amici, il 94% con la salute). Ma, di nuovo, risulta difficile capire come il mondo potrà cambiare, sotterrando definitivamente ogni pregiudizio su razza, credo e sesso (14 su 20 credono che questa sia la formula magica), se gli attori non andranno a prendersi le leve del comando.

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Fonte: https://www.wired.it/attualita/politica/2017/02/09/giovani-cambiare-mondo-non-fanno-politica/

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