martedì 10 gennaio 2017

Riqualificazione energetica: anche in Europa è priorità finanziaria

di Annalisa  Ferrazzi

fullsizerender-3Che il condominio stesse divenendo argomento cardine di molte discussioni politiche ed ambientaliste lo intuivamo già da un po’ e ne abbiamo avuto conferma proprio in questi giorni con la delibera definitiva del Senato alla legge di Stabilità, una sorta di Babbo Natale in anticipo recante con sé un sacco di novità determinanti per chi, come proposito del nuovo anno, volesse intervenire seriamente su uno stabile condominiale. L’avallo degli incentivi per i prossimi 5 anni, l’aumento in termini percentuali delle detrazioni possibili associate alla cessione del credito da parte degli incapienti, sono tutte misure che fanno ben sperare l’intero settore edile.

Ieri ero seduta al Tavolo di Lavoro Europeo Build Upon, il progetto per la elaborazione di politiche per la diffusione della riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare pubblico e privato, finanziato dal programma quadro H2020 (Grant Agreement Nr 649727) e che vede il coinvolgimento e la partecipazione dei maggiori stakeholder europei legati a questa tematica. Dal workshop di ieri, incentrato in particolare sulle risposte e non risposte della finanza al tema, ho potuto constatare come effettivamente l’intera Europa guardi con attenzione e interesse questi parallelepipedi energivori in cui risiede, solo in Italia, il 70% della popolazione. E il motivo, da quanto ci dicono i dati, è semplice: a loro è associato il 30% dei consumi energetici e sono sempre loro la causa del 12% dell’inquinamento atmosferico.

Ciò che ancor di più è risultato incoraggiante per una realtà come Harley&Dikkinson che da quando è nata cerca di portare valore aggiunto al sistema real estate e soprattutto ai suoi flussi finanziari, è appurare quanto il condominio stia assumendo oggi un valore strategico per il mondo finanziario anche di Bruxelles, come ci è stato riportato dall’European Mortgage Federation presente all’incontro.

In Europa si contano oltre 8.000 banche sottostanti alle stringenti disposizioni di Basilea 4, che, con le ultime revisioni impone restrizioni ancora più rigorose sul capitale gestito. In questo contesto è rincuorante sentire che l’investimento green, proprio perché visto come antidoto al possibile default dei debitori, facendo scaturire quello che potremmo chiamare l’effetto leva del risparmio energetico, può effettivamente attenuare le richieste ferree della normativa. Ma tutto il mondo è paese…e questo detto è vero anche per il mondo finanziario dove sappiamo che una qualsiasi innovazione deve prima “standardizzarsi” e “certificarsi” per poter essere quindi implementata. La questione immobiliare non esula da ciò e, proprio a garanzia della generazione di green bunds, si comincia a parlare di Building Energy Passport, ovvero di un documento da associare a ciascun condominio che ne descrive le condizioni più o meno virtuose e attraverso il quale scongiurare i no performing loan di eventuali mutuatari acquirenti. Se a ciò aggiungiamo che il valore di un edificio sarà sempre più connesso a benefici intangibili, legati non solo alle spese energetiche, ma anche alla salute e al potenziale manutentivo a cui dovrà sottostare durante il suo ciclo di vita, ci aspettiamo che anche il sistema finanziario risentirà di questa nuova scala di merito. È già stato così per i primi 15 progetti realizzati in Romania con il Green Mortgages, dove l’investimento nell’efficientamento energetico ha garantito una diminuzione del 32% dei casi di default dei mutui e un aumento dell’8% del valore associato all’asset.

A fronte di tutto ciò ben capiamo perché il Cresme arrivi a sostenere quanto segue: “Fino al 2014 si pensava che stesse finendo il sesto ciclo edilizio e fossimo in procinto di iniziare il settimo. Si è capito ben presto però che anche per il mercato immobiliare – e aggiungerei associato a quello finanziario – non si sta vivendo un’epoca di cambiamento bensì un vero e proprio cambiamento d’epoca.”



Fonte: https://greenhubblog.com/2016/12/15/riqualificazione-energetica-anche-in-europa-e-priorita-finanziaria/

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