Se rumori come il ticchettio dell’orologio, un collega che mastica una gomma o il vostro partner che russa vi mandano fuori di testa, scatenandovi nervosismo, ansia o panico, la causa potrebbe essere insita nella struttura del vostro cervello. In particolare, potreste soffrire di misofonia, un disturbo stato scoperto nel 2001 ma su cui finora la scienza non aveva ancora fatto luce. A diradare le tenebre è arrivato oggi uno studio dell’Institute of Neuroscience alla Medical School della Newcastle University, secondo cui la corteccia insulare anteriore, un’area del cervello addetta all’elaborazione delle emozioni, nei misofonici sembrerebbe essere connessa in modo diverso rispetto a come non sia nelle persone sane. Ciò provocherebbe, spiegano i ricercatori su Current Biology, l’anomala risposta cerebrale registrata nei misofonici quando sentono particolari tipi di suoni.
“Il termine misofonia significa odio del suono”, spiega uno degli autori dello studio, Sukhbinder Kumar. “Ma non di tutti i suoni: al contrario, le persone che ne soffrono sono ipersensibili solo a determinati tipi di rumori, che sollecitano una forte risposta emotiva e fisiologica”.
Per analizzare il fenomeno, il team di ricercatori, coordinato da Timothy Griffiths, ha studiato, attraverso la risonanza magnetica cerebrale (Mri), l’attività del cervello di 42 volontari, 20 dei quali erano affetti da una grave forma di misofonia (gli altri 22 erano soggetti sani, utilizzati come gruppo di controllo). I ricercatori hanno sottoposto entrambi i gruppi a un test, in cui hanno fatto ascoltare ai volontari tre diversi tipidi suono: neutrale, come per esempio il suono della pioggia, fastidioso, come il pianto di un bambino o una persona che urla, e infine un suono stimolo, come quello del russare o della masticazione, notoriamente noti per scatenare il disturbo e innescare rabbia, nervosismo e ansia nei volontari.
Confrontando l’attività cerebrale di entrambi i gruppi, è emerso, così, che nei volontari affetti da misofonia l’ascolto dei suoni stimolo non solo sollecitava una maggiore attività cerebrale della corteccia insulare anteriore, ma quest’area sembrava essere molto più connessa alle regioni cerebrali vicine, come per esempio l’ippocampo e l’amigdala, note per essere coinvolte nella regolazione delle emozioni e nel recupero dei ricordi. Inoltre i ricercatori hanno notato che, durante l’ascolto dei suoni stimolo, nei misofonici si osservava un aumento della sudorazione e della frequenza cardiaca, segnali caratteristici della cosiddetta fight-or-flight response, la reazione fisiologica collegata a stimoli ritenuti pericolosi con la quale il corpo si prepara, per l’appunto, a scappare o combattere.
“Abbiamo dimostrato per la prima volta che c’è una differenza nella struttura del cervello di chi soffre di misofonia”, spiega l’autore. “In particolare, la corteccia anteriore insulare è iperconnessa a strutture del cervello coinvolte con la regolazione delle emozioni e con la memoria”.
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Fonte: https://www.wired.it/scienza/medicina/2017/02/07/misofonia-malattia-suoni-russare/
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