Uno dei miti contemporanei più radicati nell’immaginario collettivo è l’idea che il mondo sia sovrappopolato. Nel 1968 fece scalpore il libro The Population Bomb del biologo Paul Ralph Ehrlich, che preconizzava l’imminente avvento di catastrofiche carestie alimentari causate dalla crescita demografica. Pochi anni dopo, nel 1972, venne pubblicato un altro libro che denunciava l’imminente esaurirsi delle risorse naturali causato dall’eccessivo sfruttamento, il Rapporto sui limiti dello sviluppo, voluto da un consesso di uomini d’affari, politici, scienziati ed economisti denominatosi Club di Roma (nato su iniziativa di un ex dirigente FIAT, il massone Aurelio Peccei).
Da allora i mass media ci hanno ripetuto fino alla noia che consumiamo più risorse naturali di quelle che vengono rigenerate, tanto che secondo alcuni servirebbe un pianeta e mezzo. Come se tutto questo non bastasse, sono poi arrivati gli intellettuali come Serge Latouche, che ha lanciato la proposta di una «decrescita felice». Inevitabili poi i collegamenti alla questione del cambiamento climatico, dell’inquinamento e dello sviluppo dei Paesi poveri. E adesso, dopo il romanzo Inferno di Dan Brown e il susseguente film di Ron Howard, la tesi torna alla ribalta. Ma la convinzione che sia necessario ridurre la popolazione su che cosa si fonda? Su dati reali o su luoghi comuni? Siamo veramente in troppi sulla Terra?
Ebbene, per rispondere e fare un po’ di chiarezza, meglio partire da un po’ di dati reali. Forse non tutti sanno che secondo un rapporto della FAO 1 del 2013, nel mondo viene prodotto cibo per 12 miliardi di persone. La popolazione del pianeta è di circa 7 miliardi di individui; eppure, tra questi 842 milioni soffrono la fame 2. Di questo problema vi sono due responsabili principali: gli elevati sprechi alimentari e una distribuzione non equa. Questo dimostra inequivocabilmente che la Terra potrebbe nutrire tutti in abbondanza, ma che occorre fare di più. Riguardo agli sprechi elementari, un recente articolo di Repubblica citava dati impressionanti:
«A livello mondiale – sempre secondo uno studio Coldiretti su dati FAO – un terzo del cibo prodotto viene sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate, che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame cronica. Gli sprechi alimentari hanno raggiunto le 670 milioni di tonnellate nei paesi industrializzati e le 630 milioni di tonnellate in quelli in via di sviluppo»3. |
Vi è comunque un dato positivo: rispetto al periodo 1990-1992, il numero di quanti sono denutriti è calato del 17% 4. Una cosa è certa: non si può certo affermare che queste cifre siano tendenziose, dal momento che la FAO è un’agenzia delle Nazioni Unite, non un’associazione di fondamentalisti religiosi. Oltretutto, la stessa ONU in passato ha più volte promosso politiche di controllo demografico, per cui semmai avrebbe tutto l’interesse a non divulgare questi numeri.
Negli ultimi tempi sono spuntati anche importanti articoli che demoliscono l’idea della sovrappopolazione, uno dei quali è stato pubblicato da un quotidiano di tendenze liberal progressiste come il New York Times 5, in cui da un lato si rileva che le previsioni catastrofiste di Ehrlich e soci sono state smentite dai fatti e dall’altro si consiglia di ragionare sui numeri, prendendo ad esempio in considerazione la densità della popolazione.
«Si ritiene generalmente che avere troppe persone ammassate in un territorio ristretto sia la ricetta per la povertà e altre calamità sociali. Tuttavia secondo le Nazioni Unite, i tre luoghi con la più alta densità sono Monaco, Macao e Singapore. Nessuno di questi si può certo definire un caso disperato». |
Un ulteriore riscontro lo si ha considerando altre aree densamente popolate del pianeta, notoriamente tra le più ricche: Europa, Stati Uniti (zone costiere), Giappone.
Anche la celebre rivista scientifica Nature l’anno scorso ha definito l’idea che la popolazione cresca in maniera esponenziale «uno dei miti scientifici che non moriranno», spiegando come non ci sia alcuna emergenza, che il tasso di crescita sia oggi più o meno lo stesso del 1965, e che verosimilmente si arriverà a raggiungere i 9,7 miliardi di persone solo nel 2050 6.
Ma allora, perché i mass media insistono a dire che il mondo è sovrappopolato? Il fatto è che dietro alla questione ci sono enormi interessi, economici e di potere, anche se per molti si tratta semplicemente di un luogo comune, basato su affermazioni sentite talmente tante volte, che le danno per scontate senza nemmeno rifletterci. L’idea che le risorse naturali non fossero sufficienti a sostenere la popolazione è piuttosto vecchia, visto che si può far risalire originariamente all’inglese Thomas Robert Malthus (1766-1834), economista e demografo, che nel 1798 scrisse un saggio dal titolo An Essay on the Principle of Population as it Effects the Future Improvement of Society.
Secondo la sua teoria, la popolazione tenderebbe a crescere naturalmente ad un ritmo di gran lunga superiore alla crescita dei mezzi di sussistenza, anche perché si sarebbero dovute coltivare terre via via meno fertili e quindi con minore resa, provocando il sorgere di guerre e carestie. Riteneva quindi consigliabile frenare la crescita demografica, ma, essendo anche pastore anglicano, proponeva solo «mezzi moralmente leciti», come l’innalzamento dell’età al matrimonio e la castità 7. Ancora oggi le politiche di riduzione della popolazione vengono definite «neo–malthusiane». Questa idea della sovrappopolazione, anche se sbagliata, fece comunque molto comodo a qualcuno: l’ossessione per il controllo demografico è un’idea che si è diffusa da tanto tempo nelle élite dominanti.
Per comprendere il motivo, occorre fare un esempio pratico. Un Paese con una forte crescita demografica è un Paese dinamico, con una popolazione giovane, in cui la spesa per la sanità e per le pensioni incide molto meno rispetto a Paesi con una popolazione anziana (pensiamo all’Italia). Questo vuol dire che si possono dedicare molte risorse agli investimenti. Inoltre, se la popolazione cresce, anche la domanda interna di beni di consumo e di servizi per forza di cose aumenta, incentivando lo sviluppo economico e facendo aumentare il PIL. Questo però può dare fastidio ad altri Paesi che hanno posizioni dominanti nei mercati.
Riflettendoci, si può notare come gli Stati che hanno avuto una notevole crescita economica negli ultimi vent’anni, abbiano avuto anche una forte crescita demografica, come ad esempio il Brasile, l’India, la Cina e la Russia. Ovviamente, occorrono anche altri fattori, ma sicuramente l‘aumento della popolazione è uno dei principali motori dello sviluppo. La cosa paradossale è che alcuni di questi Paesi, convinti da «esperti» dell’ONU, hanno essi stessi adottato azioni per la limitazione della popolazione, ma hanno comunque sfruttato un effetto crescita di inerzia, dal momento che i risultati di queste politiche non possono certo essere immediati. Va inoltre ricordato come, sia in passato che al giorno d’oggi, i governi dei Paesi poveri siano stati costretti ad accettare politiche di controllo demografico in cambio di aiuti economici. Frenare la crescita demografica di potenziali futuri concorrenti vuol dire rallentarne lo sviluppo.
Un ulteriore spinta per ridurre le nascite delle classi meno abbienti attraverso la contraccezione e l’aborto, la si è avuta anche dal pensiero eugenetico. Tra le più decise attiviste in questo campo ricordiamo l’americana Margaret Sanger (1879-1966) e la britannica Marie Carmichael Stopes (1880-1958). Margaret Sanger fondò l’American Birth Control League («Lega Americana per il Controllo delle nascite»), che in seguito divenne la famosa istituzione per la pianificazione familiare Planned Parenthood («Genitorialità Pianificata»).
Sostenitrice di un’ideologia eugenetica e razzista, fin dai primi anni ricevette l’appoggio economico della dinastia finanziaria dei Rockefeller 8. Si tratta di un legame noto da tempo, tant’è che persino nel sito ufficiale della Rockefeller Foundation è disponibile un documento del 1924 del Bureau of Social Hygiene («Ufficio di igiene sociale»), un organismo controllato da John David Rockefeller III (1906-1978), riguardante una richiesta di finanziamento della Sanger di 10.000 dollari, che all’epoca era un cifra notevole.
Oggi l’International Plannned Parenthood Federation è una vera e propria multinazionale di servizi abortivi e contraccettivi (700 cliniche solo negli USA), salita recentemente alla ribalta per lo scandalo della vendita di organi di bimbi abortiti 9. Per dare un’idea del razzismo della Sanger, ne citiamo alcune frasi 10:
«Lo scopo di promuovere il controllo delle nascite è quello di creare una razza di purosangue […]. Il controllo delle nascite in sé, spesso denunciato come una violazione del diritto naturale, è né più né meno che la facilitazione del processo di estirpazione degli inadatti, di impedire la nascita di deficienti o di coloro che diventeranno deficienti […]. La cosa più misericordiosa che una famiglia numerosa può fare ad uno dei suoi figli è ucciderlo». |
Marie Stopes, dopo aver iniziato la carriera come paleontologa, si dedicò alla causa della pianificazione familiare con l’apertura di una clinica per il controllo delle nascite e diede vita alla Society for Constructive Birth Control and Racial Progress («Controllo costruttivo delle nascite e del progresso razziale»). Convinta eugenista, antisemita e anticattolica, non solo fu in contatto con Margaret Sanger, ma scrisse persino una lettera ad Adolf Hitler, inviandogli una copia del suo libro Love Songs for Young Lovers (1939).
Era a favore della «sterilizzazione delle persone totalmente inadatte alla genitorialità, compresi “gli inferiori, i depravati e i deboli di mente”» 11. La Marie Stopes International, nata dalle ceneri della fondazione a lei intitolata, oggi è una delle più grosse organizzazioni non governative mondiali per la contraccezione e i «servizi riproduttivi» (cioè aborti), ed è presente con 600 centri in trentotto Paesi.
Vogliamo inoltre rilevare come il pensiero di queste due paladine del controllo delle nascite e dell’eugenetica non sia neanche molto lontano da quello di intellettuali assai influenti, come ad esempio lo scrittore inglese Aldous Huxley (1894-1963), autore del celebre romanzo Il Mondo Nuovo (1932), una distopia in cui sia la popolazione che la produzione venivano mantenute in rigoroso equilibrio, grazie ad una pianificazione di tipo scientifico.
La stessa riproduzione umana avveniva solo artificialmente e venivano selezionate geneticamente gli appartenenti alle varie classi a seconda dei bisogni. Nel 1958, Huxley fece uscire un saggio che commentava il romanzo alla luce della situazione del mondo di allora, dal titolo Ritorno al Mondo Nuovo, in cui scriveva:
«Intanto noi ci troviamo di fronte ad un fastidiosissimo problema morale. Noi sappiamo che la bontà dei fini non giustifica l’uso di mezzi cattivi. Ma che dire delle situazioni – così frequenti oggi – in cui mezzi buoni danno risultati finali che si rivelano cattivi? Per esempio: andiamo in un’isola tropicale, con l’aiuto del DDT sterminiamo la malaria e, nello spazio di due o tre anni, salviamo centinaia di migliaia di vite. È ovviamente un bene. Ma le centinaia di migliaia di esseri umani così salvati, e i milioni che da loro vengono al mondo, noi non possiamo vestirli, alloggiarli, istruirli, nemmeno nutrirli a sufficienza, con le risorse disponibili nell’isola. Non c’è più la morte rapida della malaria; ma la fame rende la vita insopportabile, il sovraffollamento diviene regola, la morte lenta per inedia minaccia tante vite di più. E che dire degli organismi insufficienti per condizioni congenite, che la medicina e i servizi sociali oggi salvano e lasciano proliferare? Aiutare gli infelici è bene, indubbiamente. Ma non meno indubbiamente è male trasmettere interi ai nostri posteri i risultati di mutazioni negative; come è un male la progressiva contaminazione del fondo genetico a cui dovranno attingere i membri della nostra specie. Siamo presi fra le corna di un dilemma morale: per trovare la soluzione occorrerà tutta la nostra intelligenza, tutta la nostra buona volontà» 12. |
Da queste considerazioni discendeva l’idea che fosse necessario ridurre la popolazione, in un modo o nell’altro (N.B: da notare anche la critica alla Chiesa cattolica, che sarà sempre nel mirino delle élite):
«Occorre ridurre l‘incremento annuo della popolazione. Ma in che modo? Abbiamo da scegliere fra la carestia, la pestilenza e la guerra da una parte, il controllo delle nascite dall’altra. Quasi tutti noi sceglieremmo il controllo delle nascite, ma subito ci troviamo di fronte ad un problema difficilissimo, insieme, fisiologico, farmacologico, sociologico, psicologico, e persino tecnologico. La “pillola” non è stata ancora inventata. Quando e se la inventeremo, come si potrà distribuirla alle centinaia di milioni di madri in potenza (o di padri in potenza, se la pillola funzionerà sui maschi) le quali dovranno ingerirla se vogliamo ridurre il tasso di natalità della nostra specie? E considerati i costumi sociali esistenti, considerate le forze d’inerzia culturale e psicologica, come potremo convincere a mutar parere gli individui che dovrebbero, ma non vogliono, ingerire la pillola? E che dire delle obiezioni da parte della Chiesa cattolica a qualsiasi forma di controllo delle nascite che non sia il metodo basato sui giorni sterili (un metodo, tra parentesi, che si è rivelato quasi del tutto inefficace nel ridurre il tasso di natalità proprio nei paesi industrialmente arretrati, dove più urgente sarebbe una tale riduzione)»? 13. |
Come è noto, la pillola anticoncezionale venne lanciata sul mercato di lì a poco (ufficialmente nel 1960, anche se era stata già introdotta nel 1957 come un farmaco per i disturbi mestruali) 14. Fondamentale, anche qui il ruolo della Sanger, che trovò gli scienziati disposti a fare questo tipo di ricerche (all’epoca malviste, se non addirittura vietate in alcuni Stati), e che pure reperì i finanziamenti necessari, rivolgendosi alla ricchissima attivista Katharine McCormick (1875-1967).
Anche il fratello dello scrittore, Julian Huxley (1887-1975), primo presidente dell‘UNESCO, la pensava allo stesso modo, come ricordava filosofo francese Fabrice Hadjadj in occasione del suo intervento in occasione del «Cortile dei Gentili», evento culturale svoltosi a Parigi nel 2011. Eccone il punto cardine riportato dal Foglio:
«Hadjadj ha ricordato che colui che fu dal 1946 al 1948 il primo direttore generale dell’UNESCO, Julian Huxley, nello stesso 1941 in cui Hitler eliminava con il gas malati mentali e “difformi”, scriveva che “l‘eugenismo diventerà senza dubbio una parte della religione del futuro”. Un parere pubblicato in Francia, senza modifiche, nel 1947. Julian, fratello del creatore dell’utopia totalitaria del “Mondo Nuovo”, lo scrittore Aldous Huxley, non per questo si dimostrò vaccinato contro la seduzione eugenista, ha aggiunto Hadjadj. Sviluppando il darwinismo, ha semmai sostenuto la possibilità di “migliorare la qualità degli esseri umani, come fossero prodotti”, a detrimento della loro quantità. La “religione” sostenuta dal primo direttore generale dell’UNESCO (negli anni Trenta tra i fondatori della “Eugenics Society”) si è cercata un nuovo nome dopo la Seconda Guerra Mondiale, perché sull’”eugenetica” pesava ormai l’ipoteca nazista. Julian Huxley ricorse a “transumanismo“, ha ricordato Hadjadj, assonante ma opposto, nel significato, al “trasumanar” dantesco. Il quale indica l’apertura verso il divino che nasce dallo “stupore dell’esistenza” provato, tra tutti gli esseri viventi, solo dall’uomo. Quanto di più lontano, quindi, dall‘idea di redenzione attraverso la tecnica che sfocia (nelle intenzioni di Huxley, mai smentite dall’UNESCO) nelle politiche anti-nataliste» 15. |
Ma possiamo riprendere direttamente alcuni passi di un libello programmatico, scritto dallo stesso Julian Huxley, intitolato UNESCO – Its Purpose and its Philosophy («UNESCO – Il suo scopo e la sua filosofia»), per comprendere meglio come eugenetica e neo-malthusianesimo siano sempre andati a braccetto, specie in certi ambienti:
«Al momento, è probabile che l’effetto indiretto della civilizzazione sia disgenico anziché eugenetico: e in ogni caso, sembra probabile che la stupidità genetica, la debolezza fisica, l’instabilità mentale e l’inclinazione alle malattie, che già esistono nella specie umana, si riveleranno un onere troppo grande per ottenere un reale progresso. Anche se è vero che ogni politica eugenetica radicale per molti anni sarà politicamente e psicologicamente impossibile, sarà importante per l’UNESCO assicurarsi che il problema eugenetico venga esaminato con la massima cura, e che l’opinione pubblica sia informata sulla posta in gioco, in modo che gran parte di quello che oggi è inconcepibile, possa almeno divenire ammissibile» 16.«La consapevolezza dell’idea una dimensione ottimale di popolazione (ovviamente in relazione alle condizioni sociali e tecnologiche) è un primo passo indispensabile verso quella pianificazione demografica che si rende necessaria, se non si vuole che le cieche brame riproduttive dell’umanità facciano naufragare i suoi ideali e i suoi progetti di progresso materiale e spirituale» 17. |
Giustamente è stato osservato che «per Huxley, anzi gli Huxley, i grandi nemici dell’umanità sono l’ignoranza, il cristianesimo (la più fastidiosa fra le religioni), il militarismo e la sovrappopolazione» 18. Ovviamente, tutti queste idee non sono rimaste relegate all’ambito culturale, ma hanno trovato un ampio appoggio in campo politico ed economico. In discorso tenuto a San Francisco il 25 giugno 1965 in occasione di una commemorazione del 20° anniversario delle Nazioni Unite, l’allora presidente degli Stati Uniti, Lyndon B. Johnson (1908-1973) dichiarò (ufficialmente allo scopo di combattere la povertà):
«Dobbiamo agire sul fatto che meno di cinque dollari investiti nel controllo della popolazione valgono quanto cento dollari investiti nella crescita economica» 19. |
Al 1974 risale un altro importante documento, il National Security Study Memorandum 200, ad opera del Segretario di Stato Henry Kissinger, che prevedeva 20:
- la diffusione di aborto e contraccezione nei Paesi soggiogati alla politica americana, per evitare che la crescita della popolazione desse loro la forza di pretendere lo sfruttamento delle proprie risorse per i propri interessi;
- aiuti economici ai vari governi affinché attuassero politiche di riduzione della popolazione;
- la necessità che aborto e contraccezione fossero presentati come diritti civili e diffusi anche nei Paesi occidentali, in modo che venissero accettati senza sospetti anche dai Paesi poveri.
Naturalmente, questa filosofia anti-natalista per diffondersi aveva bisogno di notevoli mezzi economici per essere messa in pratica su scala mondiale. In prima fila troviamo la famiglia Rockefeller, una potenza nel campo del petrolio e della finanza, che ha sempre avuto un ruolo fondamentale nell’ispirazione di politiche neomalthusiane in vari Paesi del mondo. Abbiamo già accennato al rapporto con Margaret Sanger e Planned Parenthood, ma c’è molto di più.
Nel 1952, John David Rockefeller III fondò il Population Council, un’organizzazione non governativa che divenne una delle più influenti per quanto riguarda la diffusione del controllo demografico. Il secondo presidente, dal 1957 al 1959, fu Frederick Osborn (1889-1991), uno dei maggiori sostenitori dell’eugenetica, leader dell’American Eugenics Society e autore di Preface to Eugenics (New York, 1940) 21.
Facendo riferimento al sito ufficiale è possibile conoscere i principali ambiti di intervento, a partire dal sostegno ai governi per le politiche di pianificazione familiare:
«Noi assistiamo i Paesi in via di sviluppo al fine di individuare politiche demografiche appropriate per apportare benefici alla loro popolazione e raggiungere gli obiettivi nazionali. Questo vuol dire programmi di pianificazione familiare per ridurre le gravidanze indesiderate e investimenti nell’istruzione delle ragazze per ridurre la dimensione della famiglia al livello desiderato e ritardare l’età del matrimonio» 22. |
In realtà, più che limitare le gravidanze indesiderate, ai Rockefeller è sempre interessato diminuire il numero delle gravidanze in generale. Per fare questo sono riusciti a servirsi anche di altri organismi, come l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
«Da sessant’anni il Population Council è riuscito a cambiare l‘opinione del mondo riguardo alla pianificazione familiare volontaria. Oggi, c’è un rinnovato sostegno per i programmi di alta qualità che garantiscono informazioni, servizi e forniture di contraccettivi – e il Council gioca un ruolo importante nell’espandere l’accesso a questi programmi» 23. |
L’importanza di convincere la gente ad adottare volontariamente la pianificazione famigliare in un’epoca in cui i figli venivano visti come una ricchezza, la si comprende bene leggendo ancora una volta quello che scriveva Aldous Huxley nel suo Ritorno al Mondo Nuovo:
«A lunga scadenza, il controllo è meno efficace se ricorre al castigo della condotta indesiderata, anziché indurre la condotta desiderata mediante premi; è chiaro che un governo del terrore funziona nel complesso meno bene del governo che, con mezzi non violenti, manipola l’ambiente e i pensieri e i sentimenti dei singoli, uomini, donne e bambini» 24. |
La manipolazione dei pensieri e dei sentimenti è passata in primis attraverso un astuto gioco di distorsione del significato delle parole. Nei Paesi in cui l’aborto e la contraccezione erano malvisti dalla maggior parte della popolazione, per riferirsi ad essi si è cominciato ad usare espressioni più vaghe, come «servizi riguardanti la salute riproduttiva» e «diritti riproduttivi». Un esempio lo possiamo verificare anche nel sito ufficiale del Population Council, dove leggiamo:
«Il Council collabora anche con il Dipartimento di Salute Riproduttiva e Ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e con il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA)»25. |
Vediamo ora un esempio concreto delle attività di propaganda anti-natalista promosse dal Population Council.
Nel 1967, venne attuata una collaborazione con la Disney, che realizzò un cartone animato dal titolo Family Planning, tradotto in venticinque lingue 26.
Il Population Council veniva esplicitamente indicato nei titoli di testa.
Attraverso un linguaggio semplice ed efficace, il cortometraggio in poco più di dieci minuti doveva convincere gli spettatori a far meno figli utilizzando i metodi anticoncezionali. Per rendere l’insieme più accattivante venne utilizzato persino Paperino, che con i suoi intermezzi avrebbe dato un tocco leggerezza al cartone animato.
Sulla scia dei ragionamenti di Aldous Huxley, il video inizia con una premessa generale, nella quale viene mostrato come i moderni progressi della medicina e delle condizioni igieniche abbiano provocato un calo della mortalità. Con il mantenimento di alti tassi di natalità, l’inevitabile conseguenza è stata uno squilibrio demografico, con un rapido aumento della popolazione mondiale.
A questo punto inizia la parte più ingannevole: viene mostrata una famigliola di un Paese in via di sviluppo in due possibili situazioni. Prima si fa l’ipotesi che ci siano solo tre figli. In questo caso le risorse sono abbondanti, i prodotti del campicello coltivato dal papà bastano per sfamare tutti. Anzi, il surplus viene venduto per soddisfare uno sfizio: l’acquisto di una radio. I figli possono andare tranquillamente a scuola. L’immagine è a colori e il quadretto trasmette serenità.
Poi si vede la stessa famigliola nell’ipotesi in cui ci siano otto figli. Facciamo notare che adesso l’immagine non è più a colori sgargianti, ma in una scala di tonalità smorte, che trasmettono un’atmosfera malinconica. Un trucchetto semplicissimo, ma subdolo. Ora tutto il raccolto viene utilizzato per sfamare i pargoli, tutti devono fare sacrifici e non ci si può permettere alcun lusso.
Di fronte al fatalismo del padre di famiglia, la voce fuori campo assume un tono rassicurante: rispetto al passato la situazione oggi per fortuna è cambiata, perché grazie alla pianificazione familiare si può decidere in anticipo quanti figli avere e quando farli nascere. Basta rivolgersi ad un dottore o ad una clinica specializzata, come viene mostrato da Paperino. Venghino signori, pillole anticoncezionali e altri strumenti straordinari sono a disposizione!
La tesi del filmato sembrerebbe perfettamente logica a prima vista, tant’è che al giorno d’oggi riflette il pensiero di molti di noi occidentali. Ma se ci si ragiona un po’ ci si rende conto che la tesi del cartone animato è scorretta. È ovvio che mentre i figli sono piccoli una famiglia numerosa deve sostenere dei sacrifici e difficilmente vivrà nel lusso. Ma una volta che gli otto figli saranno cresciuti e andranno a lavorare, produrranno complessivamente molta più ricchezza rispetto ai tre figli della prima ipotesi. E saranno in grado di provvedere al mantenimento dei loro genitori anziani molto più facilmente rispetto al caso dei tre figli.
Se ci si sposta su scala globale, la questione è ancora più significativa: il Paese in cui inizia a verificarsi una forte crescita demografica sarà un Paese che dopo alcuni anni produrrà molta ricchezza, grazie alla forte espansione della domanda interna. Inoltre, la spesa per la sanità e per le pensioni sarà relativamente bassa e resteranno molte risorse disponibili per gli investimenti. Tutti questi fattori che contribuiranno a far crescere il PIL e di conseguenza a far entrare in scena dei pericolosi concorrenti.
Qualcuno obietterà che il nostro pianeta non ha risorse illimitate. Vero, ma nemmeno così scarse, se, come abbiamo visto, già oggi si potrebbero sfamare 12 miliardi di persone. E non va nemmeno dimenticato il progresso tecnologico, che ha sempre fatto fronte alle nuove necessità: ad esempio, grazie alla selezione e agli incroci, oggi si ha una spiga di grano con una resa di gran lunga superiore rispetto a quelle dell’epoca degli antichi romani.
La realizzazione di questo cartone animato è stata un’operazione di propaganda assai astuta, perché utilizzava argomenti solo in apparenza razionali, in grado di far presa soprattutto sui contadini, che all’epoca rappresentavano la maggioranza della popolazione nei Paesi poveri. Il vantaggio alla fine è duplice: da un lato si ottiene la riduzione della popolazione, dall’altro si guadagnano un sacco di soldi vendendo anticoncezionali a questi Paesi. Un servizio disinteressato? Assolutamente no, visto che, come ricorda il sito ufficiale del Population Council:
«Il Population Council è il principale sviluppatore di metodi contraccettivi reversibili a lunga durata. Tra questi la spirale intrauterina al rame (IUD), il sistema a rilascio intrauterino di levonorgestrel Mirena e gli impianti sottocutanei Jadelle e Norplant. Attualmente 170 milioni di donne nel mondo utilizzano un contraccettivo ad alta efficacia sviluppato dal Population Council o basato sulla nostra tecnologia» 27. |
A tal proposito precisiamo che la spirale intrauterina non è un semplice contraccettivo, ma in realtà è un vero e proprio metodo abortivo, poiché rilascia sostanze che rendono inospitale l’ambiente uterino e impediscono l’annidamento dell’embrione, provocandone l’espulsione. Ma la diffusione di anticoncezionali non sarebbe sufficiente, occorre far molto di più, visto che il Population Council è impegnato in un’ingente attività di lobbying a favore dell’aborto, come dichiarato senza problemi:
«Il Population Council offre a chi prende decisioni politiche e ai fornitori di servizi sanitari la prova che aiutare le comunità ad eseguire aborti più sicuri e pratiche di assistenza post-abortive riduce il marchio d’infamia e fa da incentivo ad un atteggiamento positivo verso la ricerca di cure. Noi progettiamo piani basati su dati di fatto per avere la garanzia che l’aborto e le cure post-abortive – dove sono legali – siano accessibili, sicuri e affidabili. Dove l’aborto non è legale, documentiamo i costi dell’aborto non sicuro» 28. |
Come ci si può immaginare in questo tipo di campagne gli alleati non sono certo mancati. Un altro personaggio chiave è senz’altro Frederick S. Jaffe (1925-1978), il quale fu ai vertici di importanti organizzazioni abortiste operanti nel campo del controllo della fertilità: fu infatti vice presidente di Planned Parenthood e primo direttore del Guttmacher Institute. Nel 1969, Jaffe inviò a Bernard Reuben Berelson (1912–1979), presidente del Population Council una serie di proposte che i governi avrebbero dovuto intraprendere per ridurre la natalità (in seguito note come «Memorandum Jaffe» 29). Ecco alcuni dei provvedimenti da adottare, sia con incentivi fiscali che penalizzassero le famiglie numerose e rendessero economicamente più conveniente non avere figli, sia con misure più coercitive:
- Posticipare o evitare il matrimonio;
- Alterare l‘immagine della famiglia tradizionale;
- Promuovere l‘incremento percentuale dell‘omosessualità;
- Educare a limitare la famiglia;
- Dare incentivi economici per la sterilizzazione, l‘aborto e la contraccezione;
- Permettere che i contraccettivi fossero distribuiti liberamente senza prescrizione medica;
- Sterilizzazione obbligatoria per tutti coloro che hanno due figli, salvo rare eccezioni;
- Permettere di avere figli solo ad un numero limitato di coppie.
Come abbiamo già rilevato in precedenza, «il Council collabora anche con il Dipartimento di Salute Riproduttiva e Ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e con il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA)» 30. E allora vediamo un mirabile esempio di quello che ha prodotto questa collaborazione tra i Rockefeller e le Nazioni Unite (UNFPA).
Lo facciamo riprendendo alcuni dei commenti suscitati nel 2011 dalla pubblicazione di un libro intitolato Unnatural Selection. Choosing Boys Over Girls, and the Consequences of a World Full of Men, scritto da una giornalista americana, Mara Hvistendahl, corrispondente da Pechino della rivista Science, oltre che firma del Financial Times e di Foreign Policy 31.
Il testo, finalista del Premio Pulitzer 2012, denuncia gli squilibri demografici prodotti nei Paesi asiatici (ma non solo) dalle politiche di controllo demografico, le quali, unitamente al diffondersi della tecnologia utile a predire il sesso del nascituro, hanno prodotto una grande quantità di aborti selettivi, causando la «mancanza» di 160 milioni di donne, in primis in Cina e India. Segnaliamo come l’autrice, nonostante tutto, non sia affatto contraria all’aborto, per cui non si può certo accusarla di essere un’integralista pro life. Riprendiamo una sua intervista rilasciata all’Espresso:
«Soprattutto in Asia, ma anche nel Caucaso e in Albania, ci sono stati un calo del tasso di natalità e un forte squilibrio del rapporto tra maschi e femmine alla nascita a favore dei primi. La ragione del secondo fenomeno sta nella scelta di utilizzare l’aborto come metodo di selezione del sesso del nascituro. Questo comportamento è legato alla larga disponibilità e al semplice accesso alle tecnologie per conoscere sin dalle prime settimane il sesso del nascituro» 32. |
Secondo la ricerca della Hvistendahl, la conseguenza evidente della soppressione di 160 milioni di donne è che in questi Paesi una quota stimata tra il 15 e il 20% degli uomini non potrà farsi una famiglia, il che potrebbe causare gravi problemi, come violenze sessuali e commercio di donne tra gli strati più poveri della popolazione 33. Ma la questione è ancora più complessa e drammatica. Come scrisse Nicoletta Tiliacos su Il Foglio, per la Hvistendahl l’Occidente ha avuto un ruolo fondamentale,
«attraverso politiche malthusiane messe in atto da autorevoli istituzioni internazionali, organizzazioni “filantropiche” per il controllo delle nascite, governi: tutti hanno fatto la loro parte, nella promozione degli aborti selettivi delle bambine, diventati la causa più imponente della loro sparizione dalle statistiche demografiche […]. La Hvistendahl racconta come gli aborti selettivi sulla base del sesso, diffusi in tutta l’Asia dall’inizio degli anni Ottanta, abbiano creato squilibri demografici oggi riconosciuti come devastanti, e come l‘ONU, attraverso la propria agenzia per la popolazione (l‘UNFPA, United Nations for Population Fund), vi abbia contribuito […]. Le “impronte digitali dei governi occidentali e delle loro istituzioni filantropiche“, ha scritto lunedì scorso l’editorialista cattolico Ross Douthat sul “New York Times” a proposito di “Unnatural Selection”, emergono “ovunque nella storia delle donne sparite”. A partire dal fatto che “dagli anni Cinquanta, i Paesi asiatici che hanno legalizzato e promosso l’aborto lo hanno fatto con il forte sostegno economico americano. Scavando negli archivi di organizzazioni come la Fondazione Rockefeller e la International Planned Parenthood Federation, Hvistendahl ritrae l’improbabile alleanza fra repubblicani combattenti nella guerra fredda, preoccupati che la crescita della popolazione avrebbe alimentato la diffusione del comunismo, e scienziati di sinistra e attivisti, convinti che l’aborto fosse necessario sia per “i bisogni delle donne sia per il futuro e la prosperità – forse per la stessa sopravvivenza – del genere umano”, come ebbe a dichiarare il responsabile medico della Planned Parenthood Federation nel 1976, Malcolm Potts. Lo stesso signore, nella stessa occasione, scrisse che nei Paesi in via di sviluppo l’aborto è senza dubbio il miglior sistema di controllo delle nascite: “L’aborto precoce è sicuro, efficace, economico e potenzialmente il metodo più facile da amministrare”» 34. |
Sempre riguardo alla Cina, ecco un’agghiacciante descrizione dei metodi repressivi utilizzati dal governo con la complicità dell’ONU:
«Nel 1978, un anno prima della promulgazione della legge sull’obbligo del figlio unico, Pechino aveva firmato un‘intesa con l‘agenzia per la popolazione delle Nazioni Unite. La quale, in cambio di finanziamenti cospicui – il più importante pacchetto di aiuti esteri accettato dal Paese in vent’anni, ricorda la Hvistendahl – lo impegnava a politiche rigorose di contenimento demografico, sotto la supervisione dell‘UNFPA. Che, da allora, ha sempre finanziato la politica anti-natalista cinese. Nel 1998, quando già erano stati denunciati da più fonti i sistemi autoritari di controllo demografico in Cina, l’UNFPA donò al governo della Repubblica popolare venti milioni di dollari. Soprattutto, l’agenzia dell’ONU ha coperto agli occhi del mondo, classificandole sotto la rassicurante definizione di “pianificazione familiare”, crimini come le sterilizzazioni e gli aborti forzati. Silenzio assoluto anche sulle violenze contro i disobbedienti, che potevano andare dall’isolamento sociale e dalle pene pecuniarie fino alla distruzione della casa, alla confisca dei beni, alla prigione. Silenzio anche sulle visite ginecologico-poliziesche imposte ogni sei mesi a tutte le donne in età feconda, per controllare eventuali gravidanze “illegali”. E se una donna è “illegalmente” incinta in Cina non ha scelta: a qualsiasi stadio sia la gravidanza, dovrà abortire» 35. |
Questo tipo di organizzazioni promuovono spesso anche l’istruzione nei Paesi poveri. Questa a prima vista sembrerebbe una buona iniziativa. Ma se si guarda con occhio un po’ smaliziato l’approccio dei vari programmi, notiamo che la maggior parte di essi sono rivolti a migliorare l’alfabetizzazione delle ragazze e a dar loro maggior «potere» («girls empowerment»). Il motivo? Semplice, visto che secondo il Population Council,
«quando le ragazze vanno a scuola, acquisiscono abilità e conoscenze, hanno meno probabilità di rimanere incinte, e hanno una maggiore capacità di produrre reddito. Dare alle donne il controllo sul numero di figli da generare e su quando farlo, migliora la loro salute riproduttiva, riduce le gravidanze non volute e di solito ritarda anche le gravidanze desiderate» 36. |
L’esempio dei Rockefeller è solo il più eclatante, ma sono molti i grandi esponenti della finanza, le multinazionali, e le organizzazioni internazionali che promuovono direttamente o attraverso le loro fondazioni la diffusione dell’aborto e della contraccezione nel mondo, sempre per lo stesso scopo: ridurre la popolazione.
La Bill & Melinda Gates Foundation promuove e sostiene economicamente la diffusione di aborto e contraccezione. Dal sito ufficiale si ricavano alcune informazioni interessanti. Ad esempio, si evince che principalmente dal 2009 al 2014 sono stati donati oltre 70 milioni e mezzo di dollari ai vari rami di Planned Parenthood, prevalentemente per la pianificazione familiare 37. La Fondazione promuove anche summit globali per promuovere queste pratiche 38. In una conferenza tenutasi a Londra nel 2012 Melinda Gates ha dichiarato:
«La pianificazione familiare è una priorità anche per la “Bill & Melinda Gates Foundation”. Per questo motivo oggi annuncio che stiamo aumentando i nostri investimenti nella pianificazione familiare a 560 milioni di dollari per i prossimi otto anni. Con queste somme vogliamo raddoppiare i nostri investimenti attuali, portandoli a più di un miliardo da qui al 2020» 39. |
Nello stesso periodo (2009-2014) sono stati elargiti oltre 56 milioni di dollari ad un’altra grossa organizzazione abortista, la Marie Stopes International, per la pianificazione familiare, le vaccinazioni nei Paesi del Terzo Mondo, ecc… 40. Uno dei grandi sostenitori della Bill & Melinda Gates Foundation è pure il multimiliardario Warren Buffett, già in possesso di importanti partecipazioni in Coca Cola, McDonald,Gilette, Disney, ecc… Tra il 1989 e il 2013, Buffett, attraverso la Susan Thompson Buffett Foundation, ha destinato 5,4 milioni di dollari alla National Abortion Rights Action League (NARAL). Se si considera il periodo tra il 2001 e il 2013, il totale dei suoi finanziamenti ai gruppi pro aborto ammonta a 1,33 miliardi di dollari. Solo nel 2013, Buffett in questo ambito ha elargito donazioni per quasi 100 milioni di dollari, compresi 62 milioni al Planned Parenthood 41.
La Ford Foundation, creata da Henry Ford (1863-1947), il padre della celebre casa automobilistica, figura da tempo anche tra i maggiori finanziatori delle organizzazioni pro aborto nel mondo 42. Per la cronaca, la presidente di Planned Parenthood, Cecile Richards, dal 2010 siede persino nel consiglio di amministrazione della Ford Foundation 43.
Il finanziere George Soros, attraverso una trentina di fondazioni e organizzazioni, facenti capo alla sua Open Society Foundation, ha da sempre finanziato le cause liberal-progressiste in giro per il mondo.
Come scriveva l’opinionista Dan Gaynor sul sito di Fox News nel 2011 44, citando un articolo del New York Times:
«Soros aiuta centinaia di gruppi di sinistra in America sotto la protezione della sua “Open Society Foundation”. In soli dieci anni, Soros ha elargito più di 550 milioni di dollari a organizzazioni liberal negli Stati Uniti. Questo totale rappresenta circa il 27% dei 2 miliardi distribuiti dai rami americani delle sue “Open Society Foundations“ dal 2000 al 2009». |
Ufficialmente,
«per sostenere diritti umani, libertà di espressione, accesso alla salute e all’istruzione pubbliche in settanta Paesi […]. La cosa che il New York Times tralascia di dire e che fa sorridere è che la rete di gruppi finanziati da Soros è di sinistra: pro aborto, pro eutanasia, pro matrimoni gay, a favore della legalizzazione delle droghe leggere […], antireligiosa, contraria alla pena di morte». |
Tra il 1989 e il 2013, Soros ha donato oltre 1,2 miliardi di dollari anche alla National Abortion Rights Action League 45. Tra i suoi beneficiari figurano altre organizzazioni in varia misura abortiste come Planned Parenthood (vera e propria multinazionale della «pianificazione familiare»), Catholics for a Free Choice, ora semplicemente Catholics for Choice (femministe sedicenti «cattoliche»), Center for Reproductive Rights, National Abortion Federation, National Organization for Women, National Partnership for Women and Families, Young Women‘s Christian Association 46.
Di conseguenza, non dovrebbe affatto sorprendere l’iscrizione di Soros al Partito Radicale Italiano, nonché al Partito Radicale Transanzionale, di cui ha finanziato le campagne in varie occasioni 47. L’Unione Europea con le sue politiche di austerità pretende grossi sacrifici economici dai Paesi associati, ma allo stesso tempo spende le risorse pubbliche che ha spremuto ai propri cittadini donandole alla famigerata Planned Parenthood, alla quale ha elargito 20 milioni di euro dal 2005, senza farsi scrupoli nemmeno dopo lo scandalo del commercio di tessuti e organi fetali 48.
A questo punto, forse dovrebbe far riflettere pure il fatto che i corsi di educazione sessuale nelle scuole italiane siano stati sponsorizzati dal maggiore produttore mondiale di profilattici, la Durex… 49.
Dopo aver sviscerato tutte queste informazioni, facilmente verificabili, la nostra speranza alla fine è quella di aver almeno seminato qualche dubbio in molti di coloro che fino ad oggi hanno considerato le politiche di controllo demografico, la promozione dell’aborto e della contraccezione come fonti di progresso. Politiche che invece sono il frutto di un piano criminale di sfruttamento dell’umanità portato avanti dalle élite del turbocapitalismo.
Note
1 Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Food and Agriculture Organization of the United Nations). Ha sede a Roma.ù
2 Cfr. «Lotta agli sprechi alimentari per dare cibo a tutti», in Il Corriere della Sera, del 25 ottobre 2013
3 Cfr. M. Rubino, «Oggi la giornata nazionale antispreco, 12 miliardi nella spazzatura», in La Repubblica, del 5 febbraio 2016
4 FAO, The state of Food Insecurity in the World 2013
http://www.fao.org/docrep/018/i3458e/i3458e.pdf
5 Cfr. C. Haberman, «The Unrealized Horrors of Population Explosion» («Gli orrori non realizzati dell’esplosione demografica»), in New York Times, del 31 maggio 2015
http://www.nytimes.com/2015/06/01/us/the-unrealized-horrors-of-population-explosion.html?_r=0
6 Cfr. M. Scudellari, The Science Myths that Will Not Die («Il mito scientifico che non morirà»), in Nature, del 16 dicembre 2015
http://www.nature.com/news/the-science-myths-that-will-not-die-1.19022
7 http://www.treccani.it/enciclopedia/thomas-robert-malthus/
8 Cfr. Request from Mrs. Margaret Sanger to the Bureau of Social Hygiene
http://rockefeller100.org/items/show/3752
Cfr. P. Piccinini, «Aborto, la grande censura. Perché è così difficile parlare del mega scandalo Planned Parenthood», in Tempi, del 14 settembre 2015
http://www.tempi.it/aborto-grande-censura-scandalo-planned-parenthood#.VtsE4jbSnIU
10 http://www.dianedew.com/sanger.htm
11 Cfr. B. Frigerio, «Marie Stopes, la pioniera del femminismo e dell’aborto, era riverita come guru delle cure parentali ma fu una madre abominevole», in Tempi, dell’8 giugno 2014
Cfr. H. Mount, «Monster of a mother: A birth control pioneer, she was revered as a parenting guru. But Marie Stopes treated her son, who died this week, with abominable cruelty», in The Daily Mail, del 5 giugno 2014
Cfr. P. Gosh, «Marie Stopes: Women’s Rights Activist Or Nazi Eugenicist»?, in International Business Times, del 18 ottobre 2012
http://www.ibtimes.com/marie-stopes-womens-rights-activist-or-nazi-eugenicist-848457
12 Cfr. A. Huxley, Ritorno al Mondo Nuovo, 1958, trad. Oscar Classici moderni Mondadori 1991, pagg. 248-249.
14 Cfr. J. Colò, «La rivoluzione in pillola», sul sito L’Inkiesta
http://www.linkiesta.it/it/article/2015/03/14/la-rivoluzione-in-pillola/25053/
15 Cfr. N. Tiliacos, «Il filosofo Hadjadj, Dante e l’UNESCO», in Il Foglio, del 29 marzo 2011.
16 Cfr. J. Huxley, UNESCO – Its Purpose and its Philosophy, 1946, pag. 21. L’intero documento si può scaricare dal sito dell’UNESCO:
http://unesdoc.unesco.org/images/0006/000681/068197eo.pdf
18 Cfr. M. A. Iannacone, Rivoluzione psichedelica, Sugarco Edizioni, 2008, pag. 128.
19 Il discorso è reperibile nel database on line The American Presidency Project, della University of California, Santa Barbara, (331 – Address in San Francisco at the 20th Anniversary Commemorative Session of the United Nations, June 25, 1965)
http://www.presidency.ucsb.edu/ws/?pid=27054
20 Cfr. L. Costa, Il potere contro l’uomo, del 2 settembre 2013
http://www.culturacattolica.it/?id=17&id_n=33718
21 Dal sito ufficiale http://www.popcouncil.org/about/timeline
22 Dal sito ufficiale http://www.popcouncil.org/research/population-policy-and-demographic-analysis
23 Dal sito ufficiale http://www.popcouncil.org/research/family-planning
24 Cfr. A. Huxley, Ritorno al Mondo Nuovo, 1958, trad. Oscar Classici moderni Mondadori 1991, pagg. 238-239.
26 Dal sito ufficiale http://www.popcouncil.org/about/timeline
27 http://www.popcouncil.org/research/contraceptive-development
28 Dal sito ufficiale http://www.popcouncil.org/research/safe-abortion-and-postabortion-care
29 Cfr. V. Riches, Contro la famiglia
http://www.centrosangiorgio.com/piaghe_sociali/famiglia/pagine_articoli/contro_la_famiglia.htm
L. Costa, «Il potere contro l’uomo», in Cultura Cattolica, del 2 settembre 2013
http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=33718
P. G. M. Carbone O.P., «Il memorandum di Jaffe», tratto da Notizie ProVita, nº 12, febbraio 2013, pag. 22
http://www.notizieprovita.it/economia-e-vita/il-memorandum-di-jaffe/
Il memorandum è disponibile anche sul web:
30 http://www.popcouncil.org/research/family-planning
31 Cfr. M. Hvistendahl, Unnatural selection. Choosing Boys Over Girls, and the Consequences of a World Full of Men, Public Affairs 2011
http://www.marahvistendahl.com/unnatural-selection/
32 Cfr. A. Carlucci, «La strage delle innocenti» (intervista a Mara Hvistendahl), in L’Espresso, del 29 settembre 2011
http://www.zeroviolenza.it/oldrassegna/pdfs/2f24757ff3f870b27eed5028788ed70c.pdf
34 Cfr. N. Tiliacos, «Selezione innaturale», in Il Foglio, del 29 giugno 2011
http://www.ilfoglio.it/articoli/2011/06/29/selezione-innaturale___1-v-108893-rubriche_c259.htm
R. Douthat, «160 Million and Counting», in New York Times, del 26 giugno 2011
http://www.nytimes.com/2011/06/27/opinion/27douthat.html?_r=0
36 http://www.popcouncil.org/research/adolescent-girls-empowerment
37 Sito ufficiale della Bill & Melinda Gates Foundation
http://www.gatesfoundation.org/How-We-Work/Quick-Links/Grants-Database#q/k=Planned Parenthood
http://www.gatesfoundation.org/How-We-Work/Quick-Links/Grants-Database#q/k=Planned Parenthood&page=2
38 Cfr. R. Cascioli, «La strana campagna dei coniugi Gates a favore dell’aborto», in Il Giornale, dell’11 luglio 2012
http://www.ilgiornale.it/news/cultura/strana-campagna-dei-coniugi-gates-favore-dellaborto.html
39 Cfr. «Melinda French Gates, London Summit on Family Planning: Thank You and Welcome and Announcement», dal sito ufficiale della Bill & Melinda Gates Foundation, 11 luglio 2012
40 http://www.gatesfoundation.org/How-We-Work/Quick-Links/Grants-Database#q/k=mary stopes
41 Cfr. A. Larsen, «Warren Buffett and George Soros Gave $6.6 Million to Leading Pro-Abortion Political Group», dell’8 febbraio 2016
42 https://fundabortionnow.org/about/our-supporters
43 https://www.fordfoundation.org/people/cecile-richards/
44 Cfr. D. Gaynor, «George Soros, Godfather of the Left Gives $550 Million to Liberal Causes», in Fox News, del 14 dicembre 2011
S. Strom, «Criminal Justice Expert Named to Lead Soros Foundations», in New York Times, del 7 dicembre 2011
45 Cfr. A. Larsen, «Warren Buffett and George Soros Gave $6.6 Million to Leading Pro-Abortion Political Group», dell’8 febbraio 2016
46 http://www.discoverthenetworks.org/viewSubCategory.asp?id=1237
47 http://www.radicalparty.org/it/rnn-news/54/news/i-primi-iscritti-al-partito-radicale-il-2015
48 Cfr. G. Arcuri, «L’Unione Europea finanzia l’aborto nel mondo», in La Nuova Bussola Quotidiana, dell’11 aprile 2012
http://lanuovabq.it/it/archivioStoricoArticolo-lunione-europea-finanzialaborto-nel-mondo-5040.htm
F. Carioti, «L’Unione europea butta milioni per finanziare aborti», in Libero, del 21 giugno 2005
http://aconservativemind.blogspot.it/2005/08/lunione-europea-butta-milioni-per.html
A. Rodriguez, «L’UE finanzia l’industria dell’aborto. Ecco le cifre», in Matchman News, del 1º marzo 2016
http://www.matchman-news.com/lue-finanzia-lindustria-dellaborto-le-cifre/
C. Mascio, «Scandalo Planned Parenthood, la Commissione Europea “nicchia”: “Non è un problema”», in Matchman News, del 25 gennaio 2016
49 Cfr. «Durex insegna il sesso sicuro sui banchi di 7 mila scuole italiane», in Italia Oggi, del 19 ottobre 2012. Articolo reperibile anche sul sito:
http://www.mpv.org/mpv/allegati/16496/12101921prc.pdf
Fonte: ☛ centrosangiorgio.com
Tratto da: complottisti
Fonte: https://ununiverso.it/2017/01/06/i-rockfeller-la-disney-lonu-e-il-mito-della-sovrappopolazione/
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