L’impegno degli Enti Locali per Educare alle differenze, dentro e fuori la scuola
In un’Italia dove una ragazzina violentata ripetutamente da un branco di maschi adulti viene ritenuta responsabile dell’accaduto, dove un giovane nigeriano viene ucciso brutalmente in strada perché nero, dove una 22enne viene bruciata per aver scelto di chiudere una relazione senza più amore, dove un gruppo di ragazze filma divertito lo stupro di un’amica in una discoteca, dove una Regione apre un fantomatico telefono anti-gender, dove un ex ministro dichiara che l’Aids lo prendono solo i gay,
Noi sottoscritti, donne e uomini che amministrano città e territori,
condividendo gli intenti e le proposte del network di Educare alle Differenze – oltre 250 associazioni no profit, organizzazioni dell’ambito sociale, équipe di formazione, associazioni di genitori, centri antiviolenza, case delle donne, gruppi informali di insegnanti, spazi sociali, reti del settore artistico e culturale – fondiamo il nostro operato politico e istituzionale sull’idea che nulla come la scuola e l’agire educativo abbia la capacità e il dovere di lavorare per trasformare i rapporti di potere e violenza, colmare i deficit di democrazia e di rappresentatività da parte di chi viene additato come diverso e sostenere le nuove generazioni nel loro percorso di crescita, che innanzitutto è crescita in uguaglianza, libertà, autonomia e rispetto per l’altra/o.
Per fare questo, insegnanti, dirigenti scolastici, operatrici e operatori esterni, hanno bisogno di un forte e convinto supporto in termini di politiche, risorse e investimenti. Tanto più che ad oggi l’Italia continua a rimanere uno dei pochi Paesi europei a non avere una legislazione sull’educazione sentimentale e sessuale nelle scuole.
Le norme e le direttive internazionali non mancano, dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, (Convenzione di Istanbul del 2011, ratificata dal nostro Parlamento con Legge 77/2013) allo “Standard per l’Educazione Sessuale in Europa” del 2010 promosso dall’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, fino alla Raccomandazione CM/Rec(2010)5 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa agli Stati membri sulle misure volte a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere.
Per iniziare a colmare la pesante arretratezza del nostro Paese, prendiamo l’impegno di sostenere concretamente e valorizzare i saperi e le competenze che le scuole, le università, le associazioni e le/gli insegnanti hanno sviluppato nel corso degli anni su questi temi e di predisporre politiche e piani d’azione affinché vengano realizzati e diffusi progetti educativi appropriati per contrastare gli stereotipi di ogni tipo e prevenire le violenze legate al genere, all’orientamento sessuale e/o all’identità di genere. Queste azioni oggi sono anche la nostra risposta ai numerosi episodi di ostilità e, in alcuni di casi, di vera e propria diffamazione, che si sono moltiplicati negli ultimi anni contro tutti quei soggetti singoli e collettivi che sviluppano progetti per la valorizzazione delle differenze, la promozione dei valori della cittadinanza plurale, l’educazione sentimentale, la prevenzione delle violenze legate al genere, all’identità di genere e all’orientamento sessuale e il contrasto a ogni forma di discriminazione.
A fronte di questa campagna di screditamento verso il pluralismo democratico, che si traduce anche in un attacco alla scuola pubblica, all’autonomia e all’autorevolezza delle/degli insegnanti e all’idea stessa che la scuola pubblica sia lo spazio in cui promuovere la cultura dell’uguaglianza, della pluralità e del rispetto reciproco, ci impegniamo:
1) a prevedere lo stanziamento di risorse al momento della redazione dei bilanci preventivi 2017:
a) per la promozione di progetti rivolti alle famiglie, per aiutare l’emergere di una consapevolezza delle problematiche attuali e del peso che esercitano i modelli culturali, mediatici e commerciali nella formazione delle identità di bambine/i e ragazze/i;
b) per l’attivazione, all’interno delle scuole di competenza comunale, di corsi di aggiornamento professionali rivolti a educatrici/educatori e insegnanti di asili nido e scuole dell’infanzia, per promuovere l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa, sia sotto il profilo teorico sia sotto il profilo operativo e didattico, per fornire strumenti e conoscenze in merito alla costruzione delle identità di genere e alla prevenzione delle discriminazioni culturali;
c) per l’apertura di ludoteche, spazi di gioco e attività di lettura liberi da stereotipi e da rappresentazioni che favoriscono la formazione di ruoli subalterni e logiche discriminanti.
2) a elaborare e sviluppare, tramite gli assessorati competenti, progettualità in collaborazione con la rete di Educare alle Differenze, da attivare in questo e nel prossimo anno, per supplire alle carenze formative strutturali del sistema scolastico in merito all’educazione sentimentale e alla valorizzazione delle differenze.
3) a promuovere, nel corso del prossimo anno, con tutti gli Enti Locali che hanno sottoscritto questa lettera di intenti, un appuntamento di studio e approfondimento, al fine di contribuire alla diffusione di buone pratiche sull’educazione alle differenze nelle scuole di ogni ordine e grado.
4) a proporre e sottoscrivere dei protocolli d’intesa con gli Atenei delle nostre città per la elaborazione di progettazione e realizzazione di monitoraggio, ricerche e indagini qualitative e quantitative sull’educazione alle differenze e sulla prevenzione di omofobia, transfobia, violenza contro le donne e discriminazioni razziali.
5) a sollecitare il Parlamento ad approvare una normativa che introduca l’educazione alle differenze e all’affettività nelle scuole di ogni ordine e grado.
Sin da ora ci dichiariamo disponibili a partecipare, riportare e mettere a verifica lo stato di attuazione dei suddetti impegni nella prossima edizione di Educare alle Differenze, a Roma il 23 e 24 settembre 2017.
Per adesioni scrivere a scuoladifferente2014@gmail.com
ASSOCIAZIONI PROMOTRICI
Il network di Educare alle differenze, con trecento associazioni in tutto il territorio nazionale
PRIME ADESIONI
Silvia Maria Amedei, Assessora all’Urbanistica, cultura e promozione dell’uguaglianza sociale del Comune di Capannori
Francesco Auletta, Consigliere del Comune di Pisa
Marta Bonafoni, Consigliera della Regione Lazio
Marco Giusta, Assessore alle Politiche delle Pari Opportunità della Città di Torino
Nicoletta Paci, Vicesindaca e Assessora Scuola e Servizi Educativi, Patrimonio, Associazionismo e Partecipazione, Pari Opportunità del Comune di Parma
Federica Patti, Assessora all’Istruzione e all’Edilizia Scolastica della Città di Torino
Susanna Zaccaria, Assessora alle Pari opportunità e differenze di genere – Comune di Bologna
Cinzia Guido- Assessora alle Politiche e ai Beni Culturali,al Turismo, agli Spazi Pubblici e al Patrimonio- Roma, Municipio I
Visita la sezione dedicata ad Educare alle diferenze
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