domenica 25 dicembre 2016

17° IACC A PANAMA: BREVE RESOCONTO

Domenica 4 dicembre si è conclusa la diciassettesima edizione dell’International Anti-Corruption Conference (IACC), quest’anno ospitata a Panama.

Titolo e contenuto di questa edizione sono chiari e volutamente espliciti: “Time for Justice. Equity. Security. Trust”.

Ed è proprio attorno a questi quattro principi cardine – giustizia, equità, sicurezza e fiducia – che è girata tutta la manifestazione, costituita da centinaia di conferenze, workshop, cerimonie di premiazione e cineforum che hanno visto partecipare oltre 1.500 persone.

Partiamo dalla fine, cioè dalla “Dichiarazione di Panama” con cui si è conclusa la manifestazione, presentata a stampa e pubblico da due giovani giornalisti, che ha richiamato proprio l’importanza del lavoro svolto dai media capaci con le loro inchieste di portare alla luce casi di corruzione e riciclaggio:

Now it is time for justice. As the world changes, corruption mutates as well. We all know that it proliferates thanks to a web of corrupt companies and trusts, and is crosscutting. More and more it is deeply embedded in politics and fuels corruption, piracy, human trafficking, drug trafficking, and environmental destruction.

recita la Dichiarazione, sottolineando quanto sia importante per noi attivisti anti-corruzione restare al passo con i tempi, perché la corruzione cambia e si evolve e noi, per starle dietro, dobbiamo continuamente studiarla e capirne i meccanismi. Se siete interessati a leggere il testo completo della Dichiarazione di Panama, lo trovate qui.

Molto spazio hanno avuto i Pesi del Centro e Sud America, dove gli scandali di corruzione e malaffare stanno proliferando: Honduras, Guatemala ma soprattutto Brasile sono stati al centro di dibattiti e approfondimenti, ma non abbiamo dimenticato le altre parti del Mondo (Corea del Sud, Malesia, ad esempio), dove i cittadini sempre più frequentemente manifestano il loro dissenso contro governi ritenuti corrotti.

Proprio il pool di procuratori che sta seguendo le indagini del caso “Lava Jato” brasiliano è stato premiato con l’Integrity Award 2016. Come forse saprete, il caso “Lava Jato”, partito da una semplice indagine per riciclaggio di denaro si è via via allargato come un fiume in piena, andando a coinvolgere anche le massime cariche politiche nazionali.

La situazione, che a detta dei procuratori brasiliani con cui abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche idea, ricorda molto la nostrana Tangentopoli, va trattata con la massima attenzione e solidarietà da parte di tutto il movimento anti-corruzione mondiale. Ci sono infatti diversi tentativi di “zittire” con leggi ad hoc la procura che sta ancora indagando sul caso: in particolare una legge approvata dai deputati brasiliani il 30 novembre intende limitare le protezioni per i whistleblower e il raggio d’azione della magistratura inquirente. Gli occhi del mondo sono ora sul Senato brasiliano, che si spera respinga al mittente questo tentativo di creare impunità tra i politici corrotti.

La “settima arte” ha avuto un ruolo di rilievo all’interno dello IACC, con le proiezioni di alcuni recenti documentari (molto bello in particolare “Shadow World” di Andrew Feinstein)  ad aprire la discussione sulle tematiche trattate: la potente lobby del settore degli armamenti; l’impunità dei militari coinvolti nei genocidi del Centro America, i milioni di dollari fuoriusciti illecitamente dalla Malesia e che hanno causato il disboscamento di migliaia di ettari di giungla, e molti altri ancora.

Non sono mancate discussioni e incontri su tematiche “più tradizionali”. Abbiamo preso parte alla tavola rotonda su “corruzione e immigrazione”, tema a noi italiani molto vicino; a quella sugli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU per il 2030, con particolare attenzione al 16° obiettivo che riguarda proprio la corruzione; a diversi panel sull’integrazione delle nuove tecnologie nel lavoro di contrasto alla corruzione e di coinvolgimento della cittadinanza; ad un workshop particolarmente interessante sulle relazioni tra giornalismo investigativo e attivismo.

Insomma, anche a Panama si è data dimostrazione di come il movimento globale contro la corruzione sia in forze e pronto ad attivarsi e a collaborare.

Se è vero come riportato nella Dichiarazione di Panama che “la corruzione sta cambiando”, noi non stiamo di certo fermi e grazie anche a momenti come lo IACC, dove avviene un vero scambio di buone pratiche e conoscenze, proviamo a migliorarci giorno dopo giorno per farci sempre trovare pronti.

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Davide Del Monte  |   direttore esecutivo

 

 

 

 

 

 



Fonte: https://www.transparency.it/17-iacc-a-panama-breve-resoconto/

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