venerdì 3 febbraio 2017

Harry Potter vs Trump, lo scontro è su Twitter

Cosa penserebbe Harry Potter del 45° Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump?
J. K. Rowling non ha dubbi: i valori difesi da Harry, Ron, Hermione e le decine di personaggi impegnati nella saga a combattere Voldemort e la sua idea di mondo, sono incompatibili con le idee e le azioni del miliardario newyorkese.

Il mondo di Harry Potter è un mondo in cui sono perfettamente definiti sia il Bene che il Male: ad ogni lettore appare perfettamente chiaro che, per l’autrice, è male il razzismo, il suprematismo, la visione di un mondo come dittatura dei violenti, di separazione sociale tra vincitori e vinti e di governo della paura; è invece bene la commistione tra diversi, l’amicizia, la forza dell’affetto, la ribellione nei confronti della dittatura, lo studio, la capacità di superare gli ostacoli e i dolori della vita.

Coerentemente con le idee che le hanno permesso di costruire l’universo potteriano, del resto,  J.K. Rowling si esprime spesso, e da anni, su twitter, in merito alle battaglie sociali e politiche di noi babbani: dai diritti LGBT  (in merito ai quali l’autrice aveva rivelato l’omosessualità di Albus Silente ), all’indipendenza della Scozia; dall’accoglienza dei migranti, alla Brexit (sulla quale si era espressa negativamente); dall’amicizia con i leader laburisti inglesi, fino alle recenti e ripetute critiche a Donald Trump.

Proprio a causa della disapprovazione nei confronti del 45° Presidente degli Stati Uniti,  però, su facebook e sull’account twitter  @jk_rowling  si è scatenato un dibattito.
Molti tra gli elettori di Trump, infatti, si sono dichiarati addirittura disgustati per le posizioni politiche dell’autrice scozzese.
Ma un tweet tra molti ha colpito in particolare l’autrice.

rowling

“Ho appena bruciato tutti i miei libri di Harry Potter dopo esserne stata fan per 17 anni – ha scritto infatti a J.K. Rowling una ragazza americana – La pietra filosofale è stato il primo libro che ho letto (…) ma tu mi imbarazzi, mi disgusti: non leggerò mai più un tuo lavoro”.

La risposta dell’autrice non si fa attendere, ed è una risposta molto triste: “Immagino sia vero quello che si dice: puoi riuscire a coinvolgere una ragazza con libri che parlano dell’ascesa e della caduta di un despota senza riuscire comunque a farla ragionare”.
Il potere dei libri, nella saga di Harry Potter, è molto forte.
Certo, contano le abilità magiche, ma il maghetto non sarebbe andato oltre il primo libro, se per combattere Voldemort, non avesse avuto al fianco Hermione e la sua onnivora passione per i testi magici: lo studio e la lettura sono elementi centrali non solo ad Hogwarts ma in tutto il mondo magico che si ribella al progetto di dittatura dei Mangiamorte.

In qualche modo, quindi, appare evidente come la speranza della Rowling fosse che la saga potesse avere anche un ruolo educativo, per i giovani lettori, oltre che di narrazione e scoperta. E se per molti Millennials, è stato certamente così, è innegabile che il mondo reale sia più complesso di Hogwarts.

Appassionarsi alla battaglia dei deboli maghetti adolescenti contro il potere terrificante del dittatore Voldemort – ammette la Rowling – non significa riuscire a trasferire la metafora nella realtà.
E ribellarsi alla politica razzista e suprematista dei Mangiamorte sul divano di casa, non significa desiderare davvero un mondo di uguaglianza diffusa.

Con questo tweet, J.K. Rowling ammette una profonda verità: che il potere dei libri, fuori da Hogwarts e Diagon Alley, appare decisamente più fragile.
E che per cambiare il mondo dei babbani spesso sembra non bastare neppure la bacchetta magica.

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Fonte: https://www.wired.it/play/cultura/2017/02/03/harry-potter-vs-trump-lo-scontro-twitter/

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