sabato 11 febbraio 2017

10 cose che (forse) non sapete su Magic The Gathering

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L’ultima volta che la mia armata di elfi ha affrontato i tritoni di mio figlio ho perso una battaglia epica: i miei sciamani stavano combattendo alla grande contro i suoi Signori di Atlantide quando mi ha mostrato l’ultima carta nella sua mano. Le mie foreste si sono trasformate in mari infiniti e tutti i suoi uomini-pesce hanno potuto attaccarmi indisturbati. Il sorriso sul suo volto, la disapprovazione sul mio, ed un’unica sicurezza: Magic The Gathering è un gioco riuscito ad unire generazioni di persone in tiratissime sfide strategiche da 20 anni a questa parte.

Piace a tutti, soprattutto in Italia, dove davvero non c’è età anagrafica, professione o estrazione sociale che riesca a tenere lontani dalle carte di Wizards of the Coast. Ai tornei si possono incontrare insospettabili vip, studenti universitari o rispettabili professionisti, tutti impegnati a prevaricare il proprio avversario usando il giusto mix di abilità e fortuna. Forse c’è davvero una formula magica dietro al successo di un simile prodotto ma, probabilmente, è segreta quanto la ricetta della Coca Cola. Abbiamo però scovato per voi 10 curiosità, magari non altrettanto ben nascoste, ma che contribuiscono ad alimentare il mito di Magic: The Gathering.

Il gioco è stato creato da un matematico

Garfield of Play

Richard Garfield ha creato il suo primo gioco a 13 anni. Appassionato sin dall’infanzia a Dungeons & Dragons, era appena diventato professore universitario nel 1993 quando decise di creare le regole per un gioco da tavolo chiamato RoboRally dove si controllavano dei Robot. Veri! Il prototipo fu giudicato promettente, ma rifiutato da Wizards of The Coast, all’epoca piccola casa editrice, poiché troppo costoso da produrre, mentre il direttore Peter Adkison aveva bisogno di qualcosa di maneggevole, economico e veloce. Garfield tornò da lui con l’idea per un gioco di carte collezionabili: Magic. Il successo fu talmente grande che nel 1997 la Wizards of The Coast si comprò la TSR, i creatori di Dungeons & Dragons. Neanche nei film la succedono certe cose.

All’inizio doveva chiamarsi Mana Clash
Nonostante Garfield avesse creato il suo prototipo chiamandolo proprio “Magic” e immaginando una sfida tra maghi, la prima edizione del prodotto si sarebbe dovuta chiamare Mana Clash. Questo perché i legali di Wizards non potevano di certo registrare un marchio come “magia”. Mentre l’azienda era pronta ad andare in stampa con il nuovo nome, Garfield e tutti i tester continuavano a chiamare il gioco Magic per abitudine. O forse era semplicemente troppo perfetto come naming? Fortunatamente gli avvocati, ogni tanto, hanno anche qualche buona idea: aggiunsero “The Gathering” e voilà, il gioco era fatto. Sia in senso figurato che letterale.

Il dorso delle carte di magic non è mai cambiato dal 1993

dorso
A sinistra una carta del 1995, prima edizione italiana e a destra una stampata nel 2017

Dalla creazione di Magic ad oggi sono stati fatti passi da gigante nella grafica digitale, nelle tecniche di stampa e nelle illustrazioni. Eppure, per motivi di regolamento, il dorso delle carte di magic non è cambiato di una virgola (a dirla tutta quello delle carte vecchie ha dei colori un po’ più “pastello”, forse frutto di 20 anni di invecchiamento…). Siccome alcune modalità di gioco permettono di giocare carte stampate nel 1993 insieme a carte del 2017, quando un mazzo viene mischiato non deve essere possibile riconoscere nulla dal suo dorso. Questa importante decisione porta con se un corollario non indifferente: il logo di “Magic”, negli anni, è cambiato passando dal blu al giallo ma… questo non è successo sul dorso delle carte dove rimane impresso l’originale.

Esistono carte uniche: con una Garfield ha chiesto in sposa la sua fidanzata

Per chi conosce il gioco, leggere le regole di queste carte è commovente
Per chi conosce il gioco, leggere le regole di queste carte è commovente

La rarità delle carte di Magic (così come il loro costo — vedi il punto successivo) è diventata oggetto di culto degli appassionati. Ci sono alcune carte di un particolare set, ad esempio, che sono state stampate solamente per il mercato asiatico e rappresentano dei “gioielli” per i collezionisti. Esistono però anche carte stampate in un’unica copia e, ovviamente, non sono giocabili nei normali “deck”. Si tratta di carte celebrative di determinati eventi: ad esempio al campione mondiale del 1996 fu data una carta celebrativa della sua impresa. Le più belle, però, sono Proposal, Splendid Genesis e Fraternal Exaltation: sono state create da Garfield per sottolineare tre momenti della sua vita. La richiesta di fidanzamento alla moglie Lily Wu e la nascita dei suoi due figli.

La carta più costosa del mondo è valutata 125mila dollari
Le curiosità più in voga sono tutte relative al prezzo delle carte, a volte davvero esorbitante. Magic è quindi un passatempo per ricchi? Non è del tutto vero: si può approcciare il gioco con qualunque tipo di budget: partecipare ad un “draft” della nuova espansione “Rivolta dell’Etere” costa circa 12 euro e si avrà diritto alle carte per giocare e all’iscrizione al torneo. Effettivamente però le carte potenti costano molto, se si vogliono comprare singolarmente, e più passano gli anni e più diventano introvabili. Il punto è che Magic non è solo un gioco, per molti è puro collezionismo e quando entra in gioco quest’ultimo aspetto… allora si generano mostri.

Il famigerato "Black Lotus", qui in una sua versione addirittura firmata
Il famigerato “Black Lotus”, qui in una sua versione addirittura firmata

La famosa Black Lotus, una delle carte di Magic più potenti, non è mai stata ristampata dopo il 1993 e può valere comodamente 7mila dollari, a seconda delle sue condizioni. Se fosse appena uscita da una bustina delle “Alpha Edition”, cioè la prima edizione del gioco, sarebbe valutata 30mila dollari. Ma il Sacro Graal è un’edizione del famoso loto nero in perfette condizioni e firmata dall’autore del disegno originale: sembra ne esista solamente una e vale 125mila dollari.

Molte celebrità giocano a magic

Will Wheaton mostra, orgoglioso, un temibile Eldrazi! (Foto: Manaleak)
Will Wheaton mostra, orgoglioso, un temibile Eldrazi! (Foto: Manaleak)

Un gioco con talmente tanta storia avrà inevitabilmente coinvolto, da bimbo, qualcuno diventato in seguito famoso. Tra i tanti ci sono Nathan Fillion, l’attore canadese protagonista della famosa serie televisiva Castle, Brandon Routh, cioè l’ex Uomo d’Acciaio dello sfortunato Superman Returns e l’ottimo Will Wheaton, noto per Star Trek Next Generation e The Big Bang Theory, dove interpreta se stesso. E in Italia? Purtroppo nessun VIP si è dichiarato fan su twitter del gioco ed è quindi impossibile creare un elenco puntuale. Tutta la community però è al corrente della passione per Magic di Luca Tassinari, la star del reality La Pupa e il Secchione datosi recentemente al porno. Io l’ho anche dovuto affrontare ad un torneo, perdendo: una macchia indelebile sul mio curriculum di professionista.

Esiste un’intera puntata di South Park su Magic

Magic è entrato nella cultura pop in maniera preponderante sopratutto negli ultimi anni, grazie alla sue vendite in costante crescita. Nonostante anche in passato ci siano state citazioni abbastanza evidenti del gioco nella cultura popolare (ad esempio nel film Spiderman, Peter Parker ha un post dell’espansione “Invasione” in camera da letto) da qualche anno il fenomeno è uscito dal guscio. La puntata di South Park dal titolo Cock Magic è emblematica, visto che totalmente ispirata al gioco creato da Garfield. Fa morire dalle risate, tra l’altro.

L’Italia è campione del mondo di Magic 2015 e terza classificata 2016

L’Italia si è aggiudicata la coppa del mondo di Magic nel 2015 grazie a Marco Cammilluzzi, Andrea Mengucci, Francesco Bifero e William Pizzi. Pur non vincendo, anche nel 2016 stavamo per centrare il bersaglio grosso: Andrea Mengucci, Alessandro Portaro, Alessandro Casamenti e Mattia Rizzi hanno infatti portato il tricolore italiano a sventolare fino alla semifinale, dove hanno perso contro il Belgio. Un risultato incredibile, che rende l’Italia una delle nazioni migliori al mondo per quanto riguarda il gioco competitivo.

Magic e il professionismo: pagati per giocare.

Shoota Yasooka ha vinto l'ultimo pro-tour, i torneo ad invito dedicato ai professionistsi
Shouta Yasooka ha vinto l’ultimo pro-tour, i torneo ad invito dedicato ai professionistsi

A proposito di competizioni, uno degli aspetti più importanti di Magic è legato ai tornei. Al momento sono tutti concentrati sulla ascesa degli eSport a livello mondiale, ma Magic ha una storia di professionismo molto più lunga. Il primo Pro-Tour si è tenuto nel 1996 e aveva un montepremi di 150mila dollari. Da quel momento le imprese dei giocatori professionisti di Magic ispirano milioni di nuovi giocatori ogni anno. Diventare un Pro è semplice: basta vincere tornei importanti con una certa costanza per essere stipendiati direttamente da Wizards of the Coast. I Pro di Magic hanno addirittura una “Hall of Fame”, dove vengono raccolti solamente i più grandi giocatori della storia come Shouta Yasooka, vincitore dell’ultimo Pro-Tour.

Vengono stampate carte raffiguranti alcuni campioni di Magic

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Non solo le imprese dei pro riecheggeranno negli annali, ma saranno proprio le loro facce a essere ricordate per sempre dai giocatori a venire. Esistono infatti carte — questa volta non uniche, ma stampate in set normalissimi e quindi in molteplici copie — in cui vengono ritratti alcuni pro-player. Si chiamano “Invintational Card“, dal nome del torneo che bisognava vincere per essere insigniti di un tale onore. Tra l’altro non si contribuiva prestando solamente le proprie fattezze, ma anche con le proprie idee: si suggerivano delle regole relative alla propria carta al team di sviluppo. Qui sopra puoi vedere come sono nate carte memorabili come Dark Confidant (il cui volto è quello di Bob Maher) o Snapcaster Mage (che ha le fattezze di Thiago Chan).

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Fonte: https://www.wired.it/gadget/accessori/2017/02/10/10-cose-che-forse-non-sapete-su-magic-the-gathering/

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